Più forze contro la ’ndrangheta
Il dottore Romano De Grazia ha recentemente ricevuto la medaglia d’oro “Calabria 2006 riconosciutagli per la sua prestigiosa attività. Componente della IV sezione della Suprema Corte di Cassazione nonché presidente e fondatore del Centro Studi Lazzati, si é sottoposto volentieri alle nostre domande:
Dottore De Grazia, il caso Congiusta ed i 28 omicidi ancora in larga parte non risolti hanno indignato quasi tutta la popolazione locridea, cosa ne pensa e soprattutto come bisognerà intervenire? Debbo dirle che questo fenomeno non tocca solamente la locride. A Lamezia Terme ci sono stati 35 omicidi in 3 anni, ad Isola Capo Rizzuto, come ha anche denunciato il vescovo, ci sono stati 19 omicidi rimasti ancora impuniti. In Calabria, ormai, la recrudescenza mafiosa pone dei problemi serissimi ma accanto a questo fenomeno dobbiamo anche registrare l’aumento di atti malavitosi connessi quali estorisoni, incendi, furti etc che ancora non hanno trovato una risposta concreta sia da parte dell’autorità giudiziaria che dalle Forze dell’ordine, non per loro colpa, sia beninteso. La criminalità organizzata si fà sentire e tutti i cittadini si trovano davanti a questo fenomeno senza poter reagire. Proprio nei giorni scorsi ho letto che si sono registrati degli arresti inerenti il traffico internazionale di stupefacenti nell’area del Benelux . Ormai é un dato inconfutabile che la ndragnheta é l’organizzazione criminale più potente al mondo avendo soppiantato altre organizzazioni quali la camorra, la mafia e la sacra corona unita. La ndrangheta la fà da padrona gestendo quasi tutto il mercato del narcotraffico. Le nostre “benemerite” famiglie sono presenti dappertutto dalle Alpi alle Piramidi. Però debbo anche dire che operazioni come quella di cui leggo in questi giorni vengono sistematicamente effettuate su tutto il territorio nazionale. Tenga presente che sono componente della IV sezione della Cassazione competente proprio in materia di questi reati, quindi ho contezza di tutte le operazioni che si definiscono in terzo grado e, francamente, posso dirle che operazioni come quelle recenti con videoregistrazioni ed intercettezioni rientrano nei normali compiti istituzionali senza alcuna necessità di dover ricorrere ad un’eccessiva visibilità mediatica così come del resto accade in altre regioni .
Del resto, che la ndrangheta sia collegata alla Colombia oppure ad altri cartelli sudamericani, é cosa risaputa da tempo. Sono tutte cose che conosciamo ormai da anni così come sappiamo che le che queste forniture arrivano dalla Spagna, dall’Albania e da altri paesi dell’area dei balcani.
Come bisogna allora sconfiggere questa ‘ndragheta?
Occorre che si attivi l’intelligence . Come é stato affrontato e risolto il problema delle Brigate Rosse alla stessa maniera servono delle “infiltrazioni” in quella grossa struttura che é rappresentata dalla ‘ndrangheta. Se lo Stato vuole sconfiggerla effettivamente ha uomini, capacità e professionalità per riuscirci.
Parliamo allora di questo, ormai famoso, progetto di legge “Lazzati” ?
E’ stato elaborato dal sottoscritto e dal centro studi da me fondato da 14 anni. Parte da una considerazione elementare. Al sorvegliato speciale che tale é a seguito di un procedimento giurisdizionale é sospeso il diritto di elettorato attivo e passivo finché dura la misura di sorveglianza. Allo stesso é consentito però di svolgere attività di raccolta del consenso al momento della competizione elettorale il ché deve considerarsi assolutamente un paradosso ed una incongruenza perché é ovvio che se al sorvegliato viene sospeso, per il suo accertato stato di pericolosità, il diritto fondamentale dell’esercizio del voto e di candidarsi, per lo stesso motivo non gli viene inibito di raccogliere voti attorno ad un candidato, suo referente, il che comporta l’infiltrazione nelle istituzioni elettive di personaggi graditi ed eletti dal potere malavitoso con conseguenze nefaste per le stesse istituzioni quali lo scioglimento dei consigli comunali, vorrei ricordarle i dati che si riferiscono al numero dei consigli comunali sciolti per condizionamenti mafiosi : 36 in Sicilia (mafia), 33 in Calabria (‘ndrangheta), 6 in Puglia ( sacra corono unita). Tale fenomeno si sta estendendo nel basso Lazio ( a Nettuno é stato sciolto il consiglio comunale), il comune di Ardea é attualmente sotto inchiesta mentre anche Bardonecchia nel Friuli (con un sindaco calabrese) è stato sciolto. E’ un fenomeno che ha assunto dimensioni nazionali.La mafia é presente ovunque. Il progetto di legge Lazzati prevede che ai sorvegliati speciali non sia più consentito di fare propaganda elettorale peraltro con sanzioni pesanti verso il politico che si rivolge a loro . Per il candidato, sia di destra che di sinistra, eletto con il voto malavitoso é prevista la decadenza dell’incarico. Personalmente, ho la mia identità politica, essendo un moderato di sinistra, però la legalità non ha una bandiera di partito ma appartine a tutta la società civile. Le forze dell’ordine in occasione delle competizioni elettorali hanno bisogno di uno strumento normativo come quello previsto dal DdL Lazzati perché attualmente non si può impedire ai mafiosi di fare campagna elettorale. Con questo strumento si interviene al momento della competizione elettorale “bonificando” la raccolta del consenso e si toglie così un potere contrattuale ai gruppi mafiosi eliminando pacchetti di voti controllati. Basta, ad esempio, verificare dalle intercettazioni cos’é accaduto recentemente dopo l’omicidio Fortugno ( caso Crea) ed altri uomini politici coivolti in queste maledette vicende. Il progetto Lazzati é stato presentato 4 volte in Parlamento. Il primo a sostenerlo era stato Mario Tassone, poi é stato Antonio Di Pietro, poi Angela Napoli e Mario Nesi. Quindi al Senato é stato portato avanti da Nuccio Iovene che ha raccolto l’adesione di 35 senatori bipartisan, a Montecitorio é stata Angela Napoli a riproporlo. Adesso bisognerà lavorare per “calendarizzarlo”. Nei giorni scorsi ho ricevuto l’adesione anche dell’On. Federica Lossi Gasparrini e dalla Federazione Provinciale di Reggio Calabria di Rifondazione Comunista. Il capo del governo, Romano Prodi, mi ha esortato a proseguire nel portare avanti questo PdL. Ora , però, sarà lui a dover fare la sua parte, come ha dichiarato a Locri, in occasione dei funerali di Fortugno allorquando disse testualmente “ che non voleva i voti della mafia”. Concludo, dicendo che, a mio modo di vedere, bisognerà necessariamente porre un limite al triste fenomeno dell’emigrazione politica.
Grazie e buon lavoro.
Grazie a voi.