
Il punto non è che in questa consiliatura si spenda molto o poco per le consulenze, il fatto è che bisognerebbe verificare che tipo di lavoro svolgano gli esperti reclutati dal Consiglio. E se il compenso corrisponda all’impegno».
«Il punto non è che in questa consiliatura si spenda molto o poco per le consulenze, il fatto è che bisognerebbe verificare che tipo di lavoro svolgano gli esperti reclutati dal Consiglio. E se il compenso corrisponda all’impegno». La fonte – un consigliere regionale che preferisce rimanere anonimo – è convinta che a Reggio Calabria il tempo degli sprechi non sia ancora terminato. «Siamo ancora lontani dalla fine del vecchio modo di gestire la politica e le strutture collegate». Come dire che l’impegno formalizzato nella Convenzione per la Calabria (una diminuzione dei costi della politica, e non solo) e l’accordo siglato dalla conferenza dei capigruppo per tagliare gli oneri delle strutture del Consiglio regionale e della giunta, sono il volto buono di una medaglia che, però, mostra ancora una faccia oscura. I consulenti, dunque. Ce ne sono in tutte le salse. Per lo più stanno dietro sigle un po’ criptiche. E costano, in tutto, circa un milione di euro. Non sono esattamente briciole, anche se la spesa, rispetto ai tempi del centrodestra, si è contratta. nomi noti Nel listone dei consulenti della Regione c’è qualche nome noto della politica regionale. Giuseppe Morabito, ad esempio, è tra i cinque esperti giuridici. Il diessino, presidente della Provincia di Reggio Calabria, a dire il vero non è una new entry. Lavora con la Regione da circa 10 anni e l’ultima nomina (con la fase Loiero) è avvenuta quando non era ancora in corsa per la poltrona di presidente della giunta provinciale, e oltretutto sul suo nome il parlamentino calabrese non si è diviso: ha avuto anche la fiducia dell’opposizione. C’è anche un Giuseppe Bova, ma il nome non deve indurre in errore. Il presidente del Consiglio regionale non c’entra, e neppure è parente del consulente. Che, invece, è il direttore dell’ufficio reggino della Motorizzazione civile, e – secondo fonti del Consiglio – sarebbe stato nominato dalla Margherita su segnalazione del compianto vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Fortugno. Qui, però, si inserisce un altro aspetto della vicenda. Se, infatti, tutti ci tengono a rimarcare che i costi sostenuti per questo tipo di consulenze sono più o meno dimezzati rispetto alla scorsa consiliatura, è pur vero che le nomine fanno riferimento a una rigida spartizione politica. E’ diminuita la cifra impegnata, ma i metodi sono evidentemente rimasti gli stessi. Tra i “nominati” saliti sul palco mediatico per motivi elettorali c’è anche Giuseppe Nardi, cosentino, ex consigliere comunale della città dei Bruzi per l’Udc. Sempre secondo i bene informati è stato Roberto Occhiuto, vicepresidente del Consiglio regionale, a volerlo nella struttura che, in base alla legge numero 13 del 1996, ha il compito di analizzare gli atti relativi al bilancio regionale. La scelta è caduta sul giovane dell’Udc, che è anche un commercialista, prima che decidesse di seguire Marco Follini (e Franco Pichierri, omologo calabrese del senatore) nel suo passaggio all’Italia di mezzo.
da Calabria ora di giovedì 29 marzo 2007 |
Perchè questa disparità di trattamenti tra consulenti?
Dov'è finita la giustizia?