LA CALABRIA SI PUO’ ANCORA SALVARE?

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CALABRIA: L'ASSOCIAZIONE «I QUARTIERI» DENUNCIA: «LA CALABRIA SI PUO' ANCORA SALVARE?»
(PRIMA) CALABRIA – L’Associazione “I quartieri della Calabria” ha dichiarato: “L’opinione pubblica calabrese si chiede, dopo il duplice omicidio di Petilia Policastro, quale futuro si prospetta per il Marchesato, ma soprattutto per gli equilibri della criminalità organizzata in quei territori e più in generale in Calabria.

Non è troppo lontano ancora quel giorno in cui il nostro attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, considerava la nostra Regione “come la figlia prediletta”; ma ancora ci chiediamo in cosa, dato per la Calabria registra ogni giorno record negativi in campo economico, sociale e nella lotta alla criminalità organizzata. Il sentore che la punta dello stivale sia in mano alle cosche della ndrangheta , è dura e cruda realtà a cui crediamo anche le Istituzioni si siano abituate; il clima che si respira tra la gente riporta la Calabria ad un passato buio , in cui è lontana trovare la luce della via d’uscita. E’ vergognoso che ancora non si siano trovati i mandanti dell’omicidio Fortugno, così come è altrettanto vergognoso che tanti omicidi siano passati in secondo piano come quello di Gianluca Congiusta  giusto per citarne uno; e che nella Procure e Tribunali calabresi al posto di svolgersi i giusti processi nei confronti dei “signori della ndrangheta” ci si metta a discutere su beghe e pettegolezzi anche televisivi , utili solo a chi non vuole la giustizia in questa Regione. I Calabresi chiedono alle Istituzioni locali e nazionali se la Calabria è ancora una terra da salvare? O se altrimenti è meglio lasciare tutto ed andare via , così come i nostri avi hanno fatto, solo che se in passato si emigrava per trovare un vita migliore, ora si deve lo si deve fare per sfuggire al ricatto morale e sociale che i “potenti” fanno pagare quotidianamente ai calabresi onesti. Non vogliamo che le Istituzioni siano complici di questa situazione, ma pare evidente che il loro silenzio sia una piena resa alla lotta, facendo tramontare le mille speranze dei giovani di tutta la regione , che quotidianamente vivono impotenti il loro avvenire. E’ ancor più grave episodi di vera e propria collusione, come, ad esempio, si manifestano in un piccolo centro non proprio distante da quello del massacro di Petilia Policastro,, famoso per essere “Agorà della Cultura” quale Santa Severina , dove è risaputo alla popolazione locale un felice idillio tra un giovane esponente delle Forze dell’Ordine ed un noto pregiudicato del posto; ingenerando tra gli ignari e disgustati “spettatori” un profondo senso di scredito verso le Benemerite Istituzioni, senza che nessuno Responsabile a tutt’oggi, abbia preso le dovute precauzioni". (PRIMA)

Data: 04/12/07 10:11
Autore: AIA