‘Ndrangheta 60 arresti tra cui assessore calabrese Udeur

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'Ndrangheta: 60 arresti tra cui assessore calabrese Udeur

mercoledì, 13 febbraio 2008 6.13

PERUGIA/COSENZA (Reuters) – C'è anche un assessore
regionale della Calabria tra le quasi 60 persone per le quali la
procura di Perugia ha chiesto e ottenuto l'arresto nell'ambito di un'inchiesta sulla 'ndrangheta e su un clan camorristico che
operavano in diversi settori, dall'edilizia al narcotraffico.
Lo riferiscono i carabinieri e la Procura del capoluogo umbro.
  

"L’Onorevole"

Pasquale Tripodi, fino a ieri sera assessore regionale al Turismo ed esponente dell'Udeur, è stato arrestato in Calabria oggi dai militari dell'Arma.

Secondo gli inquirenti, Tripodi sarebbe stato coinvolto in un

progetto di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico della
droga, da reinvestire nella costruzione di un vasto complesso turistico a Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria, riferiscono fonti dell'Arma dalla Calabria.

I militari hanno arrestato anche il vice sindaco di Brancaleone Gentile Scaramuzzino e il sindaco di Staiti – altro Comune della provincia calabrese – Vincenzo Ielo, della coalizione di centrodestra.
E in una nota, oltre a complimentarsi con le forze dell'ordine e la magistratura per l'operazione, il ministro uscente dell'Interno Giuliano Amato ha chiesto che "tutte le forze politiche diano un segnale fermo ed univoco dell'assoluta volontà di proseguire in questo sforzo, a cominciare dai criteri per la composizione delle liste elettorali".
CONVOCATA GIUNTA D'URGENZA
Intanto dopo l'arresto di Tripodi, il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ha convocato d'urgenza la Giunta regionale.
"In questo momento gli auguro e mi auguro che sia in grado di dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli vengono contestate", ha detto Loiero, in una nota riferendosi a Tripodi.
Ieri sera Loiero aveva revocato le deleghe all'assessore dell'Udeur con la motivazione dell'imminente passaggio nel centrodestra di Clemente Mastella.
Descrivendo l'attività dei malviventi, Giampaolo Ganzer, comandante del Ros (Raggruppamento operativo speciale) dei carabinieri, ha detto che "si trattava di una vera e propria joint venture tra cosche 'ndranghetiste e camorra".
I Ros hanno eseguito le 57 ordinanze emesse dal gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia perugina.
Pur mantenendo legami strutturali con le organizzazioni d'origine, spiega la Procura perugina in una nota, il clan camorristico dei "casalesi" e la cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzanti operavano "sia autonomamente sia in sinergia con settori della criminalità locale, al fine di controllare e orientare molteplici aspetti della realtà produttiva ed imprenditoriale, tra gli altri quello del settore dell'edilizia, degli investimenti immobiliari e del commercio di autovetture".
Dall'indagine, denominata "Naos", è emerso l'intervento del gruppo anche "in appalti inerenti centrali idroelettriche ed infrastrutture turistiche calabresi".
Le ordinanze sono state eseguite stamattina in Umbria, Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Trentino Alto Adige.
I principali reati contestati a vario titolo sono associazione mafiosa, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione.
IL GRUPPO GESTIVA TRAFFICO DI DROGA IN UMBRIA
Il generale Ganzer ha parlato di una "compartecipazione nella gestione del narcotraffico in Umbria, che poi produce delle liquidità che danno vita a delle vere e proprie attività imprenditoriali".
La Procura precisa che il gruppo gestiva un traffico di cocaina e hashish destinati al mercato perugino, che arrivavano attraverso due canali: dal Nord Italia o localmente da un trafficante nigeriano. La commercializzazione era affidata prevalentemente ad albanesi e pregiudicati locali.
Il denaro "sporco" veniva reinvestito nella costituzione di diverse società nel settore dell'edilizia, "impostesi … in virtù dei prezzi concorrenziali", spiega la nota. "Tale egemonia era favorita non solo dall'origine dei finanziamenti, ma anche dalla scarsa qualità dei materiali impiegati nonché dalla sistematica violazione delle normative sulla sicurezza del lavoro e la previdenza della monodopera, composta in buona parte da extracomunitari clandestini".
Ganzer ha precisato che venivano inoltre acquisite aziende del settore, magari in perdita ma "pulite". L'intervento di queste ditte, ha detto, "è completo e va dalla progettazione al trasporto fino alla realizzazione di opere che prevedono … collusioni con amministratori pubblici".
Tra gli elementi accertati nel corso dell'inchiesta, l'interesse delle cosche calabresi per l'appalto di ammodernamento della centrale idroelettrica della Vallata dello Stilaro a Bivongi (Reggio Calabria), attraverso una delle società umbre riconducibili agli indagati e finanziata, appunto, con proventi delle attività illecite.
Oltre ad amministratori locali, sono risultati implicati anche settori bancari. "In particolare è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere il responsabile della dipendenza umbra di un noto istituto di credito", dice la Procura.
AMATO: ORA PARTITI ATTENTI A COMPOSIZIONE LISTE
"E' l'ennesimo colpo, durissimo, che le forze dell'ordine e la magistratura infliggono alle organizzazioni di stampo mafioso", ha detto in una nota il ministro Amato commentando l'operazione di oggi.
Il numero uno del Viminale, senza citare direttamente gli amministratori arrestati, ha però chiesto che i partiti partecipino alla lotta alla criminalità organizzata prima di tutto vigilando sulla composizione delle liste elettorali. Un monito che giunge a due mesi esatti dalle elezioni politiche.
"Questi anni hanno visto un successo dopo l'altro contro la criminalità organizzata. Adesso è importante che, in vista delle prossime elezioni, tutte le forze politiche diano un segnale fermo ed univoco dell'assoluta volontà di proseguire in questo sforzo, a cominciare dai criteri per la composizione delle liste elettorali".
Pasquale Tripodi (Scheda tecnica) dell'Onorevole
Ottiene 11.806 voti nella lista dei Popolari-Udeur nella provincia di Reggio Calabria. Accresce in modo significativo il successo del 2000, quando, con le liste dello Sdi, era stato eletto con 3694 voti. E’ assessore regionale al Turismo e alle Attività culturali. Assessore ai Trasporti nella prima Giunta regionale guidata dall’on. Agazio Loiero. Nella seconda Giunta-Loiero, Tripodi ricopre la delega alle Attività Produttive e al Personale. Incarico riconfermatogli nella terza Giunta-Loiero. Nella precedente legislatura, ha rivestito la carica di vice presidente della terza Commissione “Politica Sociale”. È nato a Montebello Ionico il 10 maggio 1957, ma è residente a Reggio Calabria. È sposato, ha due figlie. Svolge la professione di medico, specialista di otorinolaringoiatria nell’ospedale di Melito Porto Salvo. È stato segretario della sezione della Democrazia cristiana di Bova Marina e membro del comitato provinciale giovanile dello stesso partito. Quindi per diversi anni si è allontanato dalla politica militante. Fin quando nel 1998 s’è iscritto allo Sdi. L’anno prima però, come espressione della società civile e capeggiando una lista civica era stato eletto sindaco di Bova Marina, incarico che ha espletato fino ad aprile del 2000. Nel novembre del 2000 è diventato capogruppo del Centro Popolare Calabrese. Presiede l’istituto regionale di studi ellenocalabri ubicato a Bova Marina. La pesca sportiva è il suo hobby preferito, i saggi politici le sue letture predilette.