MEMORIA E’ IMPEGNO
BARI, 15 marzo 2008, XIII giornata della memoria delle vittime delle mafie
Sabato15 marzo, ore 8.30, dopo l’appello dei ragazzi e delle mamme si parte “ finalmente” in pulman e 2 macchine per Punta Perotti dopo aver “ religiosamente” sistemato lo striscione ed i cartelloni degli alunni della SMS C.Levi di Bari.
Sentiamo di avere con noi un compagno di viaggio particolare: GIANLUCA, che rende ragazzi, mamme e docenti ancora più effervescenti.
Da qualche mese abbiamo conosciuto Gianluca Congiusta, di Siderno, attraverso il papà Mario, la sorella Roberta. L’associazione Libera, ci ha assegnato la memoria di questa vittima di mafia, perché potessimo comprendere il significato di una morte preziosa nella lotta alla mafia.
Il 24 maggio 2005, Gianluca non risparmia la sua giovane vita, perché crede profondamente che accogliere la mafia è accettare la morte morale. Allora, come don Luigi Ciotti ci suggerisce, noi della scuola C.Levi “ ci pieghiamo concretamente per raccogliere il testimone di chi ha agito per fame e sete di giustizia, avendo riconosciuto in quella fame e sete il fondamento di una vita capace d’impegno e d’amore”.
Consegnato all’autista il percorso previsto dai partecipanti al corteo si parte!Il caldo sole e l’invitante azzurro del mare di un primaverile sabato pugliese accolgono oltre 100mila italiani ed europei, 350 familiari che custodiscono 700 fratelli i cui nomi sono scanditi mentre percorriamo il lungomare, partiti dal luogo-simbolo dell’illegalità dell’edilizia locale: Punta Perotti.
Ognuno di noi sente l’impegno di essere lì per “ resistere alla tentazione della violenza e ritrovare le ragioni della verità che ci rende liberi, anche dalle mafie”.
La memoria diventa impegno oggi e priorità quotidiana.Le testimonianze dei familiari, ascoltate nei video di Libera per prepararci alla celebrazione del 15 marzo, ci hanno insegnato che è necessario indicare, a chi crede che sia inevitabile la mentalità mafiosa che, invece, solo la felicità del bene ci rende privilegiati e porta alla vita.
Lottando le mafie è necessario rifiutare lo stesso male che vive in noi, impedendo in tutti i modi di infliggere sofferenza, e non usando lo stesso male assassino per giungere alla giustizia .I familiari ci hanno insegnato a perseverare anche quando tutto sembra compromesso.Falcone stesso ci dice che “ … la mafia come ogni fenomeno umano ha avuto un inizio ed avrà una fine.”.
A metà del percorso del corteo ci accoglie, orgogliosa, l’ARCA della PACE, dove anche Gianluca, con la sua tavoletta verde, richiama l’attenzione dei ragazzi che oltre alla foto di rito vedono il contributo concreto ed artistico di una città, di una società che combatte la morte di mafia.Uno sguardo ai tanti nomi che tappezzano i poderosi fianchi dell’arca e si riparte per giungere, stanchi ma sempre interessati, in P.za Libertà e cogliere l’emozione di don Luigi Ciotti e dei rappresentanti istituzionali al suono della diamonica di Giuseppe, sciolto a 11 anni nell’acido.Dai pensieri raccolti tra i ragazzi e le mamme che ci hanno accompagnato si registra l’orgoglio e la gioia di aver contribuito a celebrare personalmente la XIII giornata, portando a turno e con orgoglio lo striscione dipinto insieme in aula per dare a Gianluca voce nelle parole:
” Papà ,cos’era la mafia?”
Chi non ha partecipato sul lungomare, in classe, ha letto la vicenda di Rita Atria ricavando segni di grande coraggio e speranza, per condividere un forte momento di lotta cittadina e nazionale da adolescenti.Continueremo a marciare perché il percorso prevede ancora molte tappe nella convinzione che i legami creati, grazie al sangue delle vittime, uniranno ancor più il popolo della nonviolenza.
Riflessioni personali in occasione della giornata della memoria.
Franca Redavid, docente accompagnatrice insieme alle colleghe Olga Di Gioia e Miriam Risola