VELTRONI-Distruggeremo la mafia- Gli altri dicano lo stesso

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 Veltroni, sfida alla criminalità
"Le cosche non ci votino"

Tour calabrese del segretario del Partito democratico
"Distruggeremo la mafia.
Gli altri dicano lo stesso"

Da La repubblica.it  dal nostro inviato GIOVANNA CASADIO 

VIBO VALENTIA – Non è solo una questione di indecisi e di scontenti, in Calabria il voto è anche un affare di 'ndrangheta. Ma alle cosche, nel pieno delle grandi manovre elettorali, Walter Veltroni torna a dire: "So che si stanno muovendo, decidano quel che vogliono ma non di votare per noi, perché il Pd distruggerà quei poteri che impediscono lo sviluppo del Mezzogiorno, schiaccerà la 'ndrangheta che è una sanguisuga e la mafia e la camorra. Non vogliamo voti con le mani insanguinate.

Questo è il momento in cui le organizzazioni criminali offrono i loro voti in cambio di qualcosa per il futuro, in cui si stringono patti sbagliati". A ogni piazza calabrese che percorre, con migliaia di persone che arrivano e riempiono l'auditorium a Reggio Calabria, il quattrocentesco ex convento domenicano a Vibo, il Politeama a Catanzaro, il segretario dei Democratici aggiunge un tassello alla "sfida per il Sud". Sulla legalità, soprattutto: vediamo se oggi, fa intendere, Berlusconi nel suo comizio a Catanzaro avrà lo stesso coraggio. "Vorrei che la nostra frase rivolta alle cosche fosse ripetuta da tutti i leader politici". A Vibo, che è stata due volte alla ribalta delle cronache per le tragedie della malasanità e dopo avere incontrato i genitori di Flavio Scutellà, il bimbo caduto da una giostra e morto a causa dei ritardi nei soccorsi, parla delle cose che interessano alla gente: "I primari non devono essere nominati per lottizzazione politica ma per capacità, questa regione deve avere ospedali che funzionano come il resto d'Italia". C'è quasi una standing ovation. Come quando accenna ai brogli: "Si parla di brogli e ora a Palermo sono stati individuati alcuni autori che erano tra quelli che denunciavano i brogli elettorali".

Nella terra dell'omicidio Fortugno, delle stragi di 'ndrangheta, il pulman sfiora anche il luogo dell'agguato mortale all'imprenditore Antonio Longo. Veltroni è accompagnato dal capolista del Pd al Senato, il superprefetto Luigi De Sena, da Rosa Calipari, ma è Marco Minniti, il vice ministro all'Interno, che ha organizzato gli appuntamenti e che non usa mezzi termini: "La ndrangheta sta insanguinando questa campagna elettorale, sotto elezioni solitamente le faide si fermavano, ora non più. Noi dobbiamo definitivamente rompere il rapporto tra mafia e politica". Reso ancora più appetitoso dai cento miliardi di euro di fondi comunitari stanziati per il sud per il 2007-2013. Questo è l'altro elemento da cui parte il Pd per affrontare il capitolo infrastrutture e il piano per il Sud già tradotto in un ddl. Michele Ventura lo illustra: alta velocità ferroviaria Napoli-Bari; ammodernamento della Taranto-Reggio; potenziamento della Battipaglia-Reggio e della Catania-Palermo; accesso alla banda larga. Veltroni lo sintetizza in un'altra battuta sull'autostrada Salerno-Reggio: "Non so quanto tempo ci sia voluto per fare gli acquedotti romani ma certo meno che per fare la Salerno-Reggio".

Ha accanto sul palco di Reggio il ministro dei Trasporti uscente, Sandro Bianchi, il professore che stava con Diliberto e che ora ha scelto il Pd. Un colpo messo a segno nella Calabria in bilico al Senato, dove il Pd si batte per avere il premio di maggioranza come nel 2006. La scommessa è però sempre sugli indecisi. Veltroni spiega: "Quando gli indecisi si decidono vanno con il Pd, mai il distacco tra noi e il Pdl è stato così ridotto". Nel giro calabrese botta e risposta con Agazio Loiero, il "governatore", che sul federalismo fiscale ha scritto al segretario una lettera aperta. Veltroni rassicura e Loiero a Reggio è sul palco.

(29 marzo 2008)