SABATO 14 giugno 2008
calabria ora
Al vaglio le lettere del pentito
Caso Congiusta, sentito il poliziotto che incontrò il detenuto «inaffidabile»
Per la prima volta in aula le sorelle di Gianluca:
«Qui per stare vicino
a nostro padre»
nella foto Mario Congiusta papà di Gianluca
«Da detenuto scriveva al presidente della Repubblica, a ministri, ad alte cariche ecclesiastiche e a personaggi dello spettacolo. Collegava il delitto Congiusta», il giovane imprenditore assassinato il 21 maggio del 2005 a Siderno, «alla morte di Rosario Albergati», il suicida gestore del centro tim di Palmi.
Nella cella punitiva del detenuto Gianluca Di Giovanni, «il mitomane », il recluso che diceva di essere amico di Gianluca Congiusta, il testimone che gli inquirenti bollano come «inaffidabile », il detenuto finito in carcere per spendita di monete false, furto e truffa, il teste Francesco Giordano, numero due del commissariato di Siderno, c’è stato. Il 14 marzo 2006 la polizia era entrata in possesso della sua lettera, quella che lui indirizza alla madredi Gianluca.«In questa missiva sosteneva di essere amico del figlio, parlava di conti bancari e faceva riferimento a un conto estero intestato a Gianluca.Noi non andammo a fondo, non facemmo indagini bancarie, durante l’interrogatorio Di Giovanni è apparso inaffidabile».Ora, però, su quei conti Di Giovanni verrà a testimoniare in aula.Ieri la corte d’assise del tribunale di Locri, su richiesta della difesa, ha deciso di sentirlo per poi valutare se sia o meno il caso di acquisire nel fascicolodel dibattimento tutta la documentazione rinvenuta nella sua cella.«E’ probabile che quei conti, di cui Di Giovanni parla nei suoi manoscritti e nellesue lettere, siano serviti alla vittima per depositare proventi di attività lecite e illecite », ha detto in aula per allargare il ventaglio delle ipotesi il legale di Tommaso Costa, colui che secondo l’antimafia di Reggio Calabria haucciso Gianluca Congiusta. Al detenuto del carcere di Secondigliano, il giudice per le indagini preliminari,nella sua ordinanza, dedica appena due pagine.Scrive: «Il 14 marzo veniva recapitatapressol’attività commerciale gestita da Donatella Catalano e denominata“Roberta” una missiva. Di Giovanni, che non è a conoscenza della morte di Gianluca, chiede a Gianluca di non lasciarlo solo in quanto lui è come un fratello. Gli dice anche che nel caso i problemi con “quelle persone” dovessero continuaredi farglielo sapere, perché nonostante il suo stato di detenzione potrebbe trovare il modo di aiutarlo».Il gip poi aggiunge:
«Sentito presso il carcere di San Vittore il Di Giovanni è apparso palesemente inaffidabile e non in possesso di informazioni utili circa la morte di Congiusta». Ieri per la prima volta in udienza erano presenti Alessandra e Roberta sorelle di Gianluca Congiusta.«Siamo qui – hanno detto – per stare vicino a nostro padre».
ILARIO FILIPPONE