Sono stati colpiti dalla misura aziende, beni mobili e immobili per un valore di tre milioni di euro
Reggio Calabria, Dia sequestra beni per 3 mln euro a cosca Crea
Antonio Crea, soprannominato 'il malandrino', cugino del capocosca Salvatore e titolare di una ditta di autotrasporti, era stato arrestato dalla Dia nell'ottobre 2006 per associazione mafiosa e truffa aggravata ai danni dello stato e poi di nuovo nel luglio 2007 nell'operazione ''Abruzzo'' condotta dalla Dia e della squadra mobile

Reggio Calabria, 29 gen. – (Adnkronos) – La Dia di Reggio Calabria ha eseguito un provvedimento di confisca emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Antonio Crea, 45 anni di Taurianova, cugino di Teodoro Crea, ritenuto il capo dell'omonima cosca egemone a Rizziconi. Sono stati colpiti dalla misura aziende, beni mobili e immobili per un valore di tre milioni di euro.
Il provvedimento di confisca, eseguito dal personale della Dia di Reggio Calabria, diretta dal col. Francesco Falbo, ha riguardato l'intero patrimonio aziendale della ditta individuale ''Crea Antonio'' con sede in Rizziconi e il 50% del patrimonio aziendale della societa' ''Ediltra srl'' di Rizziconi operante nel settore edilizio. Sono stati confiscati inoltre 12 lotti di terreno a Rizziconi per circa 54mila mq, tre locali adibiti ad uso commerciale ed un appartamento ubicati nel centro di Roma, autovetture di grossa cilindrata e numerosi veicoli per il trasporto merci (trattori stradali, autocarri e semirimorchi).
Antonio Crea, soprannominato ''il malandrino'' e' titolare di una ditta di autotrasporti. Era stato arrestato dalla Dia nell'ottobre 2006 nell'operazione ''Papermill'' per associazione mafiosa e truffa aggravata ai danni dello stato per aver ottenuto e utilizzato indebitamente fondi della legge 488, e poi di nuovo nel luglio 2007 nell'operazione ''Abruzzo'' condotta dalla Dia e della squadra mobile. Di lui hanno parlato due pentiti della 'ndrangheta calabrese, Paolo Ianno' e Girolamo Biagio Bruzzese, che hanno rivelato il ruolo di vertice di Antonio Bruzzese nell'organizzazione criminale, in cui aveva il grado di ''evangelista''.
Gia' nel luglio 2007 erano stati sequestrati beni mobili e immobili nelle sue disponibilita' per un valore di 2 milioni e mezzo di euro e a maggio 2008 era stato colpito da una altro provvedimento che riguardava il sequestro di beni per 850mila euro. Nel provvedimento di confisca il tribunale ha ravvisato la sussistenza di una ''impresa mafiosa che si impone sul mercato sia con la classica forma dell'intimidazione e la conseguente estromissione delle imprese concorrenti che non godono di pari entrature criminali, sia con artifizi e raggiri realizzati con la gestione ed il reinvestimento di capitali illeciti''.