‘NDRANGHETA:UCCISO FIGLIO INZITARI, PADRE CONDANNATO A 7 ANNI
TAURIANOVA (REGGIO CALABRIA), 6 DICEMBRE 2009 – Pasquale Inzitari il padre di Pasquale Mario, il diciottenne ucciso nella tarda serata di ieri in un agguato a Taurianova, è stato condannato, il 18 settembre scorso dal gup di Reggio Calabria a 7 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa.
Inzitari, che si trova ai domiciliari, era il cognato di Nino Princi, l’imprenditore morto nel maggio
Nel settembre scorso, a Inzitari la Dia aveva sequestrato beni per un valore di circa 55 milioni di euro. Pasquale Inzitari, secondo l’accusa, è stato la mente imprenditoriale della costruzione del centro commerciale Porto degli Ulivi di Rizziconi. Nell’epoca in cui ha ricoperto l’incarico di vice sindaco ed assessore nel comune del Reggino, il Consiglio comunale deliberò il cambio di destinazione d’uso dei terreni su cui sarebbe poi sorto il centro e che, secondo gli investigatori, erano già stati acquistati a prezzo agricolo da prestanome della cosca Crea. I terreni passarono successivamente alla società Devin, di cui Inzitari era socio, che vi costruì il centro commerciale. Per sottrarsi alle continue richieste di denaro e lavori della cosca Crea, Inzitari si rivolse al cognato Nino Princi che, secondo l’accusa, fece arrestare il presunto boss Teodoro Crea. Per quell’intervento, secondo le indagini della Dia, Princi sarebbe diventato socio occulto della Devin al 16%. La società fu successivamente ceduta, nel 2007, alla Credit Suisse per oltre 11 milioni di euro.
‘NDRANGHETA: UCCISO FIGLIO INZITARI, IPOTESI È VENDETTA
Una vendetta trasversale nei confronti del padre. Pur non escludendo alcuna ipotesi, sembra essere questa la prima pista che gli investigatori intendono seguire per dare un nome all’assassino di Pasquale Maria Inzitari, di 18 anni, figlio di Pasquale, ex politico dell’Udc, sospeso dal partito dopo essere stato arrestato nel maggio del 2008 e poi condannato, nel settembre scorso, a oltre 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Sulla matrice mafiosa del delitto, gli investigatori sembrano avere ben pochi dubbi. L’arma utilizzata, una pistola calibro 9, e le modalità dell’agguato (il diciottenne è stato atteso all’esterno di una pizzeria e appena sceso dalla sua auto è stato centrato a numerosi colpi), infatti, sono interpretati come chiari indicatori di un delitto di ‘ndrangheta. Ma chi è perchè ha voluto colpire in maniera così drammatica Pasquale Inzitari a pochi mesi dalla condanna? Su questo gli investigatori non si sbilanciano. Ancora, fa rilevare uno di loro, è troppo presto. Dal delitto, infatti, sono passate solo poche ore e l’attenzione è concentrata, in questa prima fase, ad ottenere una ricostruzione quanto più fedele possibile di quanto è accaduto, sperando che i rilievi scientifici sul luogo del delitto possano dare indicazioni per risalire all’autore. (Ansa)
Articolo tratto da melito on -line