Processo congiusta.Le fantasie del detenuto Di Giovanni

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Le fantasie del detenuto

Di Giovanni poco credibile. Rischia di essere denunciato

“Ho amato tanto Gianluca, e lo amerò sempre”. Riprende con una testimonianza a sorpresa il processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta. Ieri in aula, davanti alla Corte d’Assise, ha risposto alle domande della difesa Giuliana Trichilo, donna non ancora quarantenne che ha dichiarato di avere avuto una relazione con Gianluca Congiusta durata ben cinque anni, dal 2001 fino al giorno in cui l’imprenditore sidernese è stato assassinato. La donna, già sposata, ma separata dal marito fin dal 1996, ha raccontato di una storia comunque non facile con Gianluca Congiusta. “Ci lasciavamo, poi ci rimettevamo insieme – ha detto ieri Giuliana Trichilo – poi non ci sentivamo per parecchi giorni. Ma io volevo bene a Gianluca, era un ragazzo speciale, per bene ed educato”. Il giovane imprenditore e la donna, stando a quanto riportato ieri in aula, si sarebbero conosciuti in estate, forse nel 2001, e dopo qualche tempo avrebbero iniziato una relazione. “Solo  dopo parecchio che avevamo una storia ho saputo che Luca fosse fidanzato”, ha detto la teste, che ha poi aggiunto: “eravamo due tipi riservati, io non parlavo molto delle mie cose e lui non parlava delle sue, non mi diceva niente, e io non volevo sapere nulla, il nostro era un rapporto di intimità”.

L’ultima volta che Giuliana Trichilo ha visto Gianluca Congiusta è stato il 5 maggio del 2005, 19 giorni prima dell’omicidio. Mentre sembra che telefonicamente, o tramite messaggi, i due si fossero sentiti anche pochi giorni prima dell’uccisione del giovane imprenditore sidernese. Sia la difesa che la Corte hanno anche cercato di capire, secondo i ricordi della testimone, se l’umore di Gianluca Congiusta fosse turbato da qualcosa negli ultimi tempi: “a volte era strano – ha dichiarato Giuliana Trichilo – ma io pensavo che fosse così perché non voleva più vedermi, invece lui mi diceva che c’erano dei problemi ed era preoccupato, ma non mi ha mai detto di cosa si trattasse”. Secondo quanto riferito ieri dalla teste, l’ex  marito della donna non era a conoscenza della relazione tra i due, l’unica, prima dell’omicidio, a sapere del rapporto tra Gianluca Congiusta e Giuliana Trichilo, pare fosse la figlia adolescente della donna, mentre dopo il 24 maggio 2004, cioè dopo l’assassinio di Congiusta, anche la madre della donna sarebbe stata messa a conoscenza della relazione. Dopo l’omicidio Giuliana Trichilo dice di non avere parlato della sua storia con Gianluca Congiusta e del suo assassinio con nessuno, tranne che con la madre e occasionalmente per telefono con l’ex marito. “Io ho sempre pensato che avevano sbagliato persona – ha detto la teste – ho sempre pensato, e ancora lo penso, che avrebbero dovuto uccidere un altro e per errore hanno ucciso Gianluca”. Dopo la deposizione di Giuliana Trichilo, in aula anche il maresciallo Giacomo Mazzoleni che ha dovuto rendere alcune precisazioni sul lavoro di verifica su alcune intercettazioni ambientali disposte nell’ambito delle indagini. L’udienza si è conclusa con la deposizione di Gianluca Di Giovanni, un uomo, detenuto dal 2001 per reati come ricettazione, usura e estorsione, che sostiene di avere avuto un rapporto epistolare con Gianluca Congiusta. La deposizione di Di Giovanni è stata confusa e ricca di non ricordo, il teste ha riferito di avere conosciuto la vittima attraverso il fermo posta del giornale “Cronaca Vera”, e di avere intrapreso con lui uno scambio epistolare attraverso il quale ha conosciuto alcuni particolari della vita del giovane sidernese. Il teste ha sostenuto di avere avuto un conto corrente in comune con Congiusta, attraverso il quale avrebbero dovuto portare avanti un progetto di solidarietà per i bambini poco fortunati. Tra le tante cose dichiarate da Gianluca Di Giovanni, anche in sede di interrogatorio con il sostituto procuratore Creazzo, la paura di rivelare alcune informazioni su Congiusta, apprese da terzi in carcere di cui però non ricorda i nomi, temendo ritorsioni: “la legge del carcere è spietata”, ha detto il teste. Tutto ciò che ruota intorno alle dichiarazioni di Di Giovanni è comunque da verificare e riscontrare.