‘Ndrangheta; Gratteri, abbiamo bucato qualche gomma, non ancora colpito il motore.
Reggio Calabria 14 luglio 2010. – «Abbiamo bucato qualche gomma, non ancora colpito il motore. Il problema è molto più serio. Dobbiamo creare un sistema giudiziario forte, nel rispetto della Costituzione, dobbiamo modificare il codice penale e l’ordinamento penitenziario, in modo tale che non sia conveniente». Lo ha detto Nicola Gratteri, sostituto procuratore antimafia di Reggio Calabria, intervenendo alla trasmissione ‘Radio Anch’io”.

«Tantissime di queste persone, anche i capimafia arrestati ieri, al netto faranno 5-6 anni di carcere – ha sottolineato Gratteri – Dobbiamo cambiare le regole del gioco. Quando i ragazzini di 15 anni non vedranno tonare più dopo soli 5 anni i loro padri, zii, nonni, cugini, allora capiranno che si sta facendo sul serio». Secondo Gratteri inoltre «bisogna riaprire le isole chiuse nel ’94, e cioè Pianosa, Gorgona, Asinara».
«Una volta accertato chi è il capomafia di Locri, la dobbiamo finire di scimmiottare – ha sottolineato Gratteri – Il capomafia non può, il giorno dopo la sentenza definitiva in Cassazione, iniziare a ricorrere al giudice di sorveglianza. Dobbiamo cominciare a parlare di pene che vanno da 20-30 anni in su. Essere capomafia vuol dire far parte di religione, è un credo. E io non credo nel ravvedimento del capomafia».
«Negli anni ’70 i capimafia hanno mandato i loro figli all’università – ha proseguito Gratteri – e oggi abbiamo mafiosi che sono medici, ingegneri, avvocati, sono nella pubblica amministrazione. Questa è la grande difficoltà». Secondo Gratteri, «serve un sistema penale processuale serio e garantista, nel senso che preveda che la prova si deve formare in dibattimento». Il sostituto procuratore antimafia di Reggio Calabria ha poi sottolineato che «il soggiorno obbligato è stato uno dei più grandi errori del legislatore italiano. La ‘ndrangheta è presente in tutte le regioni d’Italia, compresa la Sicilia, forse è esclusa solo la Sardegna. Il fenomeno è molto più ampio di quello che è apparso nello spaccato delle indagini di ieri. Ognuno di noi ne tragga le conseguenze e faccia le sue valutazioni» (Ansa)
«Negli anni ’70 i capimafia hanno mandato i loro figli all’università – ha proseguito Gratteri – e oggi abbiamo mafiosi che sono medici, ingegneri, avvocati, sono nella pubblica amministrazione. Questa è la grande difficoltà». Secondo Gratteri, «serve un sistema penale processuale serio e garantista, nel senso che preveda che la prova si deve formare in dibattimento». Il sostituto procuratore antimafia di Reggio Calabria ha poi sottolineato che «il soggiorno obbligato è stato uno dei più grandi errori del legislatore italiano. La ‘ndrangheta è presente in tutte le regioni d’Italia, compresa la Sicilia, forse è esclusa solo la Sardegna. Il fenomeno è molto più ampio di quello che è apparso nello spaccato delle indagini di ieri. Ognuno di noi ne tragga le conseguenze e faccia le sue valutazioni» (Ansa)