Grande Aracri è ancora accusato di sette omicidi. Oggi va a sentenza Herakles e il pg ha chiesto 4 anni
Il boss di Cutro è un uomo libero
Scarcerato per computo di pena anche se nel 2003 fu condannato a 17 anni

Lo chiamano “computo per fungibilità” del periodo di carcerazione sofferta, in altri termini significa che il condannato è stato in carcere in eccesso. Per questo la Procura generale presso la Corte d’Appellodi Catanzaro ha accolto l’istanza degli avvocati Salvatore Staiano e Gianni Russano, quest’ultimo occupatosi della pratica in tutti i suoi passaggi. Tra scadenze di termini, liberazioni anticipate, unificazioni di pene concorrenti,applicazionidi benefici vari e, soprattutto, assoluzioni nei procedimenti pregressi, secondo il calcolo dell’avvocato Russano, accolto dalla Procura generale, Grande Aracri è stato fin troppo in carcere.
Doveva espiare la pena residuadi13 anni,quattro mes ie nove giorni con scadenza fissata al 5 ottobre 2011, in
riforma di un’assoluzione risalente al 26 gennaio ’90, emessa dallaCorte d’Appello di Catanzaro, dall’accusa di
rapina commessa nell’83 a Rogliano (assoluzione che confermava quella di primo grado).
Per questo la Procura generale ne ha ordinato l’immediata scarcerazione in riforma della sentenza Scacco Matto, il processo in cui sfociò l’inchiesta del pm Pierpaolo Bruni che nel dicembre 2003 portò alla condanna del boss a 17 anni, confermati in Appello nel maggio 2005 e in Cassazione nel marzo 2007. Condanna per associazione mafiosa e per il tentato omicidio di Salvatore Arabia: l’uomo scampò a un agguato ma esattamente tre anni dopo fu ucciso mentre entrava in un ristorante. In carcere per quei fatti Grande Aracri era dal 19 dicembre 2000. Quella pena è assorbita nel provvedimento di pene concorrenti.
Nel novembre 2007 Grande Aracri ricevette in carcere un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di aver
ordinato l’omicidio di Arabia ma il Riesame l’annnullò un mese dopo. Ma il boss è stato scagionato anche da delitti
commessi al Nord. Nel luglio 2005 la Corte d’appello di Brescia aveva, infatti, annullato la massima pena già
comminata in primo grado, nel marzo 2004, per il duplice omicidio dei cutresi Antonio Muto e Dramore Ruggiero,
avvenuto a Cremona nel settembre ’92.
Il boss che ieri pomeriggio è rientrato a Cutro (dove è stato risottoposto alla sorveglianza speciale) facendo capatine dai parenti prima di rincasare, dopo undici anni in contrada Scarazze, conta una quarantina di ordinanza
cautelari. E ben tre processi di mafia pendenti.
LE PENDENZE Di Herakles abbiamo detto e la sentenza è prevista proprio per oggi. Poi c’è Tramontana, un maxiprocesso pendente davanti al Tribunale penale di Crotone nell’ambito del quale Grande Aracri è accusato di associazione mafiosa eestorsione in quanto avrebbe escogitato una sofistificata forma di intrusione nell’economia sovvenzionata con fondi pubblici.
C’è il processo Pandora, nell’ambito del quale Grande Aracri è imputato “soltanto” per detenzione di un fucile anche se gli inquirenti ipotizzavano un suo coinvolgimento in un omicidio commessoa Isola in un bar dove la vittima, dopo essere stata massacrata, fu trascinata per i capelli fuori dal locale.
E poi ci sono i sette omicidi di Scacco Matto. Le accuse? Nicolino Grande Aracri e Vito Martino sono accusati, in
concorso, il primo come mandante e il secondo come esecutore materiale, unitamente ad un soggetto non identificato denominato “Ni – colicchio”, dell’omicidio di Antonio Simbari, cutrese emigrato a Cremona, ucciso il 22 agosto ’99 a San Mauro Marchesato. Nicolino Grande Aracri è accusato, quale mandante, dell’omicidio di Raffaele Dragone e Tommaso De Mare, avvenuto a Santa Severina il 31 agosto ’99. Nicolino Grande Aracri, Ernesto Grande Aracri e Vito Martino (il primo come mandante e gli altri come esecutori) sono accusati dell’omicidio di Antonio Macrì, cutrese, attirato in una trappola, e dell’occultamento del cadavere tramite sotterramento.
L’omicidio sarebbe avvenuto a Cutro il 21 aprile 2000. Nicolino Grande Aracri, Ernesto Grande Aracri, Vito Martino, Francesco Frontera, il primo come mandante, gli altri come esecutori, sono accusati dell’omicidio di Rosario Sorrentino, avvenuto a Cutro il 16 agosto 2000: la vittima sarebbe stata attirata in una trappola e dopo l’uccisione il cadavere sarebbe stato sotterrato. Nicolino Grande Aracri, Vito Martino, Salvatore Nicoscia il primo come mandante e gli altri come esecutori, sono accusati del duplice omicidio di Francesco Arena e Francesco Scerbo, isolitani, fatto di sangue avvenuto in un bar a Isola Capo Rizzuto il 2 marzo 2000.