L’attività investigativa ha avuto origine da un atto intimidatorio subito da Alessio il 23 agosto 2009, quando furono rinvenuti, sul pianerottolo della porta d’ingresso dello studio di consulenza, oggetti dal significato minatorio. Le indagini hanno consentito di identificare l’autore dell’atto intimidatorio, in un “fittizio” bracciante agricolo, e di svelare che la stessa fosse da ricondurre alla pretesa del falso bracciante di estendere a sua moglie il trattamento a lui riservato dal sindaco. Il rifiuto opposto dal primo cittadino avrebbe causato la reazione dell’uomo culminata nell’atto intimidatorio. Nel corso dell’attività di indagine sono stati individuati circa una settantina di falsi braccianti agricoli, molti dei quali sono stati a loro volta indagati, poiché quasi nessuno di loro era in grado, ad esempio, di indicare la strada per raggiungere i terreni in cui avrebbero lavorato.
È stato anche accertato che alcuni braccianti erano stati assunti per lavorare su terreni che non erano nella disponibilità dell’azienda riconducibile al sindaco. Al fine di poter raggiungere, quindi, il maggior numero possibile di braccianti da assumere (che varia in base alla estensione dei terreni da lavorare), nell’azienda agricola di Alessio c’era di tutto: terreni inesistenti, non coltivabili e addirittura terreni i cui proprietari non solo dichiaravano di non aver mai conosciuto Alessio, ma in relazione ai quali erano stati anche falsificati dei contratti di affitto, apponendo false firme. In uno di questi casi compare addirittura la firma dell’ex ambasciatore d’Italia a Berlino, Michele Valensise, attuale segretario generale della Farnesina.
Nel corso delle indagine, inoltre, sono svelate presunte manovre riconducibili ad Alessio, direttamente e per il tramite di persone a lui vicine come la sua segretaria Doriana De Maria, volte ad inquinare la raccolta degli elementi di prova. Una delle braccianti agricole, infatti, non solo ha riferito di non aver mai lavorato per Alessio, ma ha specificato anche di essere stata avvicinata, prima dell’audizione della polizia giudiziaria, da De Maria che le aveva suggerito di riferire una versione dei fatti non rispondente alla realtà. Altro caso emblematico è quello di una donna che, inizialmente assunta dal primo cittadino, sarebbe licenziata in quanto colpevole di “non averlo votato”. L’ indagine, inoltre, è riuscita a dimostrare la strumentalità delle assunzioni per fini meramente elettorali, evidenziando come l’azienda agricola riconducibile al sindaco abbia assunto nel 2008 47 dipendenti, mentre nel 2009, anno precedente alle consultazioni elettorali, i dipendenti erano arrivati a 65, per poi scendere a 4 nel 2010, ossia dopo le consultazioni elettorali, ed arrivare, infine, ad una sola assunzione nel 2011.