Vittime di mafia contro Crocetta: “Non strumentalizzi il nostro dolore”
Pubblichiamo integralmente un intervento dell’Associazione nazionale Vittime di mafia. Ecco il testo.
Familiari vittime di mafia a Crocetta: Non strumentalizzi il nostro dolore in funzione della politica
Nonostante la soddisfazione espressa per la posizione assunta dal Governatore della Sicilia in favore dell’estensione della legge 20 a tutela delle vittime della mafia anche alle vittime antecedenti al 1961, non si può evitare di notare come ancora una volta la politica tenda a dividere aumentando il divario già esistente tra vittime di mafia che leggi inique hanno trasformato in categorie di serie A e di serie B.
Senza voler entrare nel merito di possibili forzature propagandistiche, il semplice fatto che il Governatore nel comunicare alla stampa l’intenzione di modificare la legge 20, abbia fatto riferimento ai familiari di una sola persona uccisa da vile mano mafiosa in data antecedente al 1961, ignorando tutte le altre vittime innocenti, finisce con lo sminuire il valore e il senso della meritoria iniziativa.
Dopo tutti questi anni durante i quali cercavamo verità e giustizia, ricevendo in cambio disinteresse da parte del mondo politico e omertosi silenzi, non può essere consentita nessuna forzatura propagandistica utilizzando il nome di chi ha pagato con la vita il proprio coraggio e tacendo i nomi dei tanti che non avendo alcun legame politico, né interessi in competizioni elettorali, vengono ancora una volta relegati al ruolo di vittime di serie B.
Quanti mossi da vero senso della Giustizia, si adoperino in maniera fattiva, risparmiandosi uscite che finirebbero solo per alimentare il sospetto di interessi di sola natura politica.
Le precisazioni di Mario Congiusta*
Se l’unica colpa di Crocetta è quella di aver nominato solo una vittima uccisa prima del 1961, non la ritengo una colpa grave.
La verità è, che è lo Stato ad aver deciso che ci siano vittime innocenti di serie A e vittime di serie B.
Semmai alla Regione Sicilia bisogna riconoscere qualche merito.
Mentre lo stato non riconosce l’intero nucleo familiare, riconoscendo solo i genitori della vittima ed escludendo fratelli e sorelle, la Regione Sicilia riconosce da anni l’intero nucleo familiare, riservando posti di lavoro ai familiari delle vittime.
Questo è stato possibile in quanto la Regione Sicilia è a statuto speciale.
Sono anni che chiediamo a vari governi il riconoscimento dell’intero nucleo, o quantomeno, il diritto a cedere ai figli, alcuni benefici ed in particolare il diritto ad un posto di lavoro.
Non posso che augurarmi, che il governatore Crocetta riconosca anche le vittime uccise prima del 1961 e che lo Stato Italiano adegui la sua normativa a quella siciliana, proprio per evitare che ci siano vittime di serie A e Vittime di serie B.
*Papà di Gianluca,vittima innocente della ‘ndrangheta.