Grazie, Signore, per quel figlio che mi avevi dato.
Mi avevi dato un figlio, Signore, che era abbastanza forte da riconoscere la sua debolezza ed abbastanza coraggioso da affrontare se stesso davanti alla paura.
Gli avevi dato la forza di restare in piedi, dopo una sconfitta onorevole, così come la forza di restare umile e semplice dopo la vittoria.
Mi avevi dato un figlio, Signore, i cui desideri non rimpiazzavano le azioni, un figlio che Ti conosceva e sapeva conoscere se stesso.
Mi avevi dato un figlio, che percorreva non i sentieri dell’agiatezza e delle comodità, ma quello dello sforzo e della sfida nella lotta contro le difficoltà.
Mi avevi dato un figlio, Signore, che sapeva tenersi diritto nella tempesta, ma che aveva comprensione per coloro che erano deboli.
Mi avevi dato un figlio, Signore, che aveva un cuore puro ed un ideale elevato, un figlio che sapeva dominarsi prima di voler dominare gli altri,un figlio che sapeva ridere senza dimenticarsi come si fa a piangere,senza dimenticarsi del passato.
Mi avevi dato un figlio, con il senso dell’umorismo, per farlo vivere con serietà e che sapeva guardare se stesso senza prendersi troppo sul serio.
Mi avevi dato un figlio, Signore, che aveva l’umiltà di ricordare sempre la semplicità della vera grandezza, l’apertura di spirito della vera sapienza e la dolcezza della vera forza.
Grazie, Signore, per avermi dato Gianluca.