Il 21 marzo a Chieti in 1.800 urlano «Odio la mafia»

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Centro storico invaso dagli studenti di diciotto scuole La preside del Gonzaga: «Un’emozione grandissima»

chieti

di Arianna Iannotti

CHIETI. Un corteo di 1800 ragazzi per urlare no alla mafia ed aprire le braccia alla legalità.

Nel primo giorno di primavera, studenti delle elementari, medie e superiori, si sono ritrovati uniti in un percorso di approfondimento a 360 gradi su cosa significa rispettare la legge, un percorso didattico fatto durante l’anno grazie all’associazione Libera di don Luigi Ciotti.

Il progetto è quello della rete Percorsi di legalità che vede 18 scuole aderenti con capofila il liceo “Gonzaga”, presieduto da Annunziata Gabriella Orlando. Alla rete, che lavora durante tutto l’arco dell’anno, hanno aderito tutte le scuole di Chieti, diverse della provincia e l’ultima arrivata è l’unica di fuori provincia, l’istituto comprensivo di Città Sant’Angelo.

«La rete è nata nel 2012», ha ricordato la preside del “Gonzaga”, «ogni anno scegliamo un tema. Quello di oggi è “fare città”, significa che vogliamo far conoscere ai ragazzi quali sono le istituzioni, le associazioni, gli enti, le scuole e i servizi che costituiscono una comunità. E’ stata sicuramente un’emozione grandissima vedere come questa manifestazione cresca di anno in anno. Credo che il compito della scuola sia anche creare emozioni e ricordi, da questo punto di vista spero che questa giornata abbia segnato nel profondo l’animo di tutti i partecipanti con sentimenti e valori che ritorneranno a galla nel momento opportuno».

La manifestazione è partita con un coloratissimo corteo che alle 10 ha preso le mosse dalla villa comunale fino a piazza Valignani. Lì, intanto, mentre gli studenti arrivavano, a turno altri studenti, insieme a Giancamillo Marrone, direttore del Piccolo Teatro dello Scalo, hanno letto una lista di oltre 900 nomi. Sono le vittime innocenti della mafia, dal 1951 ad oggi.

«Questa è la giornata dedicata a loro», spiega Marco Candeloro, rappresentante degli studenti al “Gonzaga”, «ma non vogliamo che sia un funerale, anzi vogliamo che sia una manifestazione viva e che porti a far sì che non accadano più cose del genere».

«Siamo qui perché è necessario stare dalla parte dell’educare», ha aggiunto Gilda Pescara, coordinatrice degli insegnanti coinvolti nel percorso di rete, «che significa anche stare dalla parte dei giovani. Perché una cultura che non promuove progetti di vita e voglia di cambiamento è sterile e vecchia».

Una volta che tutti i ragazzi si sono riuniti in piazza Valignani, la manifestazione è entrata nel vivo con il saluto delle autorità, dal prefetto Antonio Corona al vicesindaco Giuseppe Giampietro. Poi ogni rappresentante delle 18 scuole ha preso la parola per illustrare una riflessione sul tema della legalità. A partire dalla rappresentante della scuola capofila, il “Gonzaga”, Valentina Capoccia, che ha definito i mafiosi come «uomini vili» che però, ha sottolineato, «possono essere sconfitti». Per l’istituto “Spaventa” di Città Sant’Angelo ha parlato Luca Silvetti. Ha preso la parola anche il presidente del Consiglio comunale dei ragazzi, Riccardo Bascelli. Poi per i quattro istituti comprensivi di Chieti sono andati al microfono, in ordine dell’uno al quattro, Giulia Mezzanotte, Flavia Maria Rossi, Giada Del Grosso e Chiara Cetrano.

Per il comprensivo di Bucchianico ha parlato Klea Metusci. Per quello di Fara Filiorum Petri, Eugenia Malandra. Per il “Masci” di Francavilla, accompagnata dalla dirigente Michelina Zappacosta, c’erano Lucrezia Sprecacenere, che vuole fare il carabiniere, e Chiara Di Giovanni. Per la scuola di Ripa Teatina, accompagnata dal sindaco Ignazio Rucci, ha parlato Federico Morganti. Sara Taraborrelli ha detto la sua per la scuola di S. Giovanni Teatino, accompagnata dalla preside Mirella Orlandi. Bianca D’Aulisa ha parlato per il convitto “Vico”. Cristian D’Amico per l’istituto “Di Savoia”. Deiana Marku si è espressa a nome dell’istituto “Pomilio”. Dalila
Ciampoli, accompagnata dal preside Rocco Ciafarone, ha parlato per il “Mattei” di Vasto. Ludovica Nicolosi per il “Galiani-De Sterlich”. Irene Di Muzio per lo scientifico “Masci”. Infine Giulia De Deo ha chiuso le riflessioni a nome dell’“Einaudi” di Ortona.

fonte: Il centro