Locri- La testimonianza dell’ex dirigente del commissariato al processo Congiusta
Romeo:” Nelle lettere di Tommaso Costa la verità sull’omicidio del commerciante”
La Corte sospende i termini di custodia cautelare in carcere per Costa e Curciarello.

Rocco Muscari per Gazzetta del Sud
Locri 06 maggio 2008La Corte di Assise del tribunale di Locri, (presidente Muscolo a latere Frabotta), ha disposto l’acquisizione delle missive prodotte dal pm, Antonio De Bernardo, che riguardano la corrispondenza di Tommaso Costa, presunto mandante ed esecutore dell’omicidio di Gianluca Congiusta, in entrata ed in uscita durante la sua detenzione nel carcere di Palmi. La Corte ha respinto l’eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali, effettuate nella stessa casa circondariale nel corso dei colloqui tenuti dal Costa con i propri familiari, contro le quali si era pronunciato l’avvocato Leone Fonte, difensore di Giuseppe Curciarello, accusato di associazione a delinquere. Nell’ordinanza si dispone, come richiesto dall’avvocato Maria Tripodi, l’ammissione dell’esame di Francesco Caridi, in relazione ad un articolo dove il giornalista pone alcuni interrogativi sull’omicidio Congiusta. La Corte, infine, ha sospeso i termini della custodia cautelare in carcere a Costa e Curciarello. Subito dopo è iniziata l’escussione del primo teste dell’accusa, il vice questore Rocco Romeo, che all’epoca ha coordinato le indagini sull’omicidio. Romeo ha ripercorso le tappe che investigative iniziando dal ritrovamento in macchina del corpo esamine del giovane: “Subito abbiamo ricostruito la sua vita professionale ed i rapporti di frequentazione e iniziato a ipotizzare possibili moventi”. Romeo ha indicato, quale prima ipotesi, quella di presunti coinvolgimenti sentimentali, verificandone in seguito l’inconsistenza, insieme ad altre piste investigative risultate inconsistenti. La svolta alle indagini, come ha più volte ribadito Romeo, è giunta dopo una comunicazione proveniente dalla Dda di Catanzaro, relativa alle intercettazioni ambientali ed al controllo della corrispondenza di Tommaso Costa, detenuto a Palmi “Da approfonditi accertamenti si è ipotizzato il coinvolgimento del Costa nell’omicidio di Congiusta”. Il contesto in cui sembra essere maturato l’omicidio, secondo gli inquirenti, risalirebbe ad una lettera inviata nel dicembre 2003, addebitabile secondo Romeo al Costa, contenente una richiesta estorsiva, pari a mille euro mensili, ai danni di Antonio Scarfò, futuro suocero di Congiusta, proprietario di alcune aziende nate con il patto territoriale della Locride. La lettera, come si evince da successivi riscontri, viene consegnata a Congiusta dalla futura suocera, Girolama Raso: “Costa, informato dalla sorella sulle dicerie che girano nel paese relative a quella lettera, nega la paternità a lei ed ai solidali, compreso il Curciarello, fino a quando si giunge alla missiva in cui la lettera “estorsiva” risulta essere nella disponibilità di Salvatore Salerno, che sarà ucciso nell’ottobre 2006, già ritenuto vicino alla presunta cosca Commisso, ma pronto a creare un sodalizio criminoso nuovo, magari alleandosi proprio con i Costa che, nel frattempo, stavano ritornando in auge, con una serie di alleanze strategiche”. Alleanze che hanno visto l’interessamento di Tommaso Costa anche per il voto alle elezioni europee del 2004: “Da quanto emerge in una lettera Costa aveva interessato congiunti pugliesi a far votare Luciano Racco”. La difesa di Curciarello, con l’avvocato Dario Grasso, ha posto in evidenza alcune possibili discrepanze in riferimento all’ipotesi accusatorie riferite al proprio assistito. Il controesame continuerà alla prossima udienza del 14 maggio.
Nella foto Mario Congiusta con il Dott. Rocco Romeo-Foto Pino Romano Per Mario Congiusta