Locri Oggi riprende il processo Congiusta il giovane sidernese ucciso nel 2005
Tommaso Costa chiamato a rispondere del delitto
LOCRI – Chiamato a rispondere del delitto del giovane imprenditore sidernese è Tommaso Costa, difeso dall’avvocato Maria Tripodi, ritenuto il capo della presunta omonima famiglia di mafia operante a Siderno.
Nello stesso processo è imputato Giuseppe Curciarello, secondo gli inquirenti braccio destro di Costa, che deve rispondere dell’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, assistito dall’avvocato Leone Fonte. In aula sono costituite dieci parti civili, oltre ai familiari di Congiusta, anche la Regione Calabria, la provincia di Reggio Calabria, la Confindustria Calabria, il partito “Italia dei Valori”, l’associazione “Insieme si può” e l’associazione dei comuni della Locride.
Nell’udienza di questa mattina, la prima dopo la pausa estiva, dovrebbe concludersi l’escussione del maresciallo Giacomo Mazzoleni, del nucleo investigativo dei Carabinieri di Soverato, che aveva iniziato a rispondere alle domande del pm Antonio De Bernardo, ricostruendo le fasi che nel 2003 portarono gli investigatori ad individuare un vasto traffico di sostanze stupefacenti e di armi riconducibili ai gruppi “Gallace-Novella” di Guardavalle e “Sia” di Soverato.
L’inchiesta, condotta con il coordinamento della Dda di Catanzaro, si concluse nell’operazione denominata “Mithos”, scattata a settembre del 2004, che portò all’arresto di novanta persone in tutta Italia. Nel corso di quelle indagini i carabinieri di Soverato intercettarono anche persone ritenute vicine alla presunta famiglia mafiosa dei Costa di Siderno.
Seguendo questo filone dell’indagine, gli inquirenti ottenevano dal magistrato i visti necessari a monitorare Tommaso Costa, all’epoca detenuto nella casa circondariale di Palmi, attraverso la censura della posta e ad un’attività di intercettazione nella sala colloqui.
ROCCO MUSCARI gazzetta del sud |