“Operazione Giotto”, 109 gli arresti effettuati dai carabinieri in tutta Italia.
Oltre 700 Carabinieri sono impegnati, dalle prime ore di questa mattina, in una vasta operazione, estesa tra la Campania, la Calabria, il Lazio, la Sicilia, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, la Puglia e la Basilicata: 28/01/2009
Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Comando Antifalsificazione Monetaria di Roma, unitamente ai comandi dell’Arma competenti sulle località d’intervento, hanno condotto una vasta operazione estesa tra la Campania, la Calabria, il Lazio, la Sicilia, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, la Puglia e la Basilicata, giunta a conclusione d’una prolungata indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e convenzionalmente denominata “Giotto”.
CARABINIERI: OPERAZIONE IN AMBITO NAZIONALE CONTRO “CARTELLO” DI FALSARI.
Reggio Calabria 29 gennaio 2009.
Oltre 700 Carabinieri sono impegnati, dalle prime ore di questa mattina, in una vasta operazione, estesa tra la Campania, la Calabria, il Lazio, la Sicilia, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, la Puglia e la Basilicata, per la esecuzione di 109 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Magistratura di Reggio Calabria a carico di appartenenti a varie associazioni per delinquere finalizzate al falso nummario, tra loro collegate a formare una “rete” operante su tutto il territorio nazionale e con diramazioni in Germania, Spagna e Lituania.
L’operazione giunge al termine di una complessa e prolungata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Reggio Calabria e condotta congiuntamente dai Carabinieri di quel Comando Provinciale e del Comando Antifalsificazione Monetaria, l’organo centrale dell’Arma specializzato nel settore della prevenzione e del contrasto al falso nummario, che si è articolata anche attraverso canali di cooperazione internazionale di polizia e con il supporto di organismi comunitari dell’OLAF e della BCE. Le misure restrittive in via d’esecuzione colpiscono le strutture associative individuate come componenti di una vera e propria “holding” del falso, dopo che, nelle precedenti fasi investigative, erano già stati scoperti quattro “laboratori” clandestini per la falsificazione di banconote, monete e marche da bollo, sequestrate banconote false per oltre 1.242.000 € e tratte in arresto 50 persone (due delle quali in Spagna).
Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Comando Antifalsificazione Monetaria di Roma, unitamente ai comandi dell’Arma competenti sulle località d’intervento, hanno condotto una vasta operazione estesa tra la Campania, la Calabria, il Lazio, la Sicilia, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, la Puglia e la Basilicata, giunta a conclusione d’una prolungata indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e convenzionalmente denominata “Giotto”, grazie alla quale è stato individuato e smantellato un vero e proprio “cartello” per la produzione e la capillare distribuzione di banconote, valori bollati e documenti di identità falsi, strutturato in distinti gruppi criminali tra loro collegati a formare un “network” operante su tutto il territorio nazionale e con diramazioni in Germania, Spagna e Lituania. Oltre 700 sono stati i Carabinieri impegnati nell’esecuzione delle 109 ordinanze di custodia cautelare e dei 150 decreti di contestuali perquisizioni, emessi dal GIP e dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria a chiusura d’una complessa attività investigativa avviata sin dal 2005 dai Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo (RC) che, nell’ambito d’una loro indagine “antimafia”, colsero i primi riscontri sintomatici d’un diverso contesto criminoso, finalizzato appunto alla sistematica pratica del “falso”, e ne acquisirono un’iniziale conferma con l’arresto, operato in provincia di Napoli, di un indagato trovato in possesso di circa 100mila € falsi. Il profilarsi dello scenario d’una ramificata rete di falsari, estesa in ambito nazionale ed anche oltre confine, portò la DDA reggina ad avviare un distinto procedimento penale ed a dedicarvi un “pool” investigativo particolarmente qualificato. Oltre al Reparto Operativo Provinciale, al comando originatore dell’indagine venne infatti affiancato il Comando Antifalsificazione Monetaria di Roma, l’organo centrale dell’Arma specializzato nel settore della prevenzione e del contrasto al falso nummario a livello nazionale ed internazionale.

Sotto la direzione dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria,
gli investigatori dell’Arma hanno da allora congiuntamente ed in stretta intesa operato tanto sul fronte della ricostruzione dei diversi contesti associativi costituenti la “holding” del falso che è stata via via scoperta, quanto attraverso l’attivazione di canali di cooperazione internazionale, sia con omologhe forze di polizia estere (per tramite dell’ Ufficio Centrale Nazionale del Falso Monetario della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno) sia con organismi comunitari (l’European Technical and Scientific Centre dell’OLAF – Ufficio per la Lotta Antifrode della Commissione Europea – di Bruxelles ed il Central Analysis Centre della Banca Centrale Europea di Francoforte) dai quali sono venuti preziosi supporti di approfondimento tecnico specialistico.
I provvedimenti restrittivi emessi dalla Magistratura reggina ed oggi eseguiti segnano quindi l’epilogo di un lungo e complesso percorso investigativo che, nelle sue precedenti fasi, ha già portato alla scoperta, nelle provincie di Napoli, Caserta e Reggio Calabria, di quattro “laboratori” clandestini per la produzione di banconote, monete e marche da bollo false, all’arresto in flagranza di 50 persone (due delle quali in Spagna) ed al sequestro di banconote false (da 20, 50 e 100 €) per un valore nominale complessivo di oltre 1.242.000 €.
Il bilancio dell’operazione – che, oltre ai destinatari delle misure cautelari, vede altre 175 persone denunciate “a piede libero” – si è esteso, in questa fase conclusiva, alla disarticolazione di ben undici distinte associazioni per delinquere finalizzate al falso nummario e documentale, alla truffa, alla ricettazione e ad altri reati, delle quali sono stati riscontrati gli assetti organizzativi e le gerarchie interne, i collegamenti, i modus operandi per la produzione, lo stoccaggio e l’immissione nella rete distributiva della valuta falsa, nonché i collegamenti con la criminalità organizzata, segnatamente quella campana.
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fonte:melitoonline