150 mila persone sfilano a Napoli contro le mafie. Le scuole campane alzano la voce.
Il racconto di "Schegge"
(1° puntata)
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Dio, non so bene se tu ci sei, né se mai mi aiuterai, so da quale parte stai.
21 Marzo 2009, Napoli: 150 mila persone sfilano insieme a Libera, per ricordare tutte le vittime di mafia, come accade il primo giorno di primavera da 14 anni a questa parte.
Quest'anno la scelta della sede è caduta su Napoli:
la scommessa è stata quella di far parlare di Napoli come città simbolo di un forte movimento antimafia, in quella stessa città che è tristemente conosciuta come terra di Camorra. La risposta dei giovani napoletani e delle scolaresche di tutta la Campania all'appello di partecipazione di Libera non si è fatta attendere, la loro presenza costituiva la maggioranza del corteo di 150.000 persone che ha sfilato sul lungo mare di Napoli.
Queste le parole di Valentina Bogani e Marco Paleardi, due ragazzi di Saronno (che abitano nella Lombardia dominata dalla 'ndrangheta) che sono andati a Napoli per la manifestazione e che ci raccontano come è andata la giornata.
(Seconda Puntata)
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A che cosa serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare, ognuno per la propria parte, per il proprio ruolo, per le proprie competenze.
Don Ciotti. Continua il racconto di Valentina e Marco, a Napoli il 21 Marzo, assieme all'associazione Libera e ad altre 150 mila persone per ricordare tutte le vittime della mafia
In piazza Plebiscito il corteo termina con la lettura dei nomi delle vittime di tutte le mafie e ci emoziona sentire le testimonianze dei famigliari di alcune vittime di mafia chiamate sul palco a fare memoria dei propri parenti uccisi.
Ci sorprende la presenza del figlio di Anna Politkovskaja in quanto siamo abituati a pensare alla mafia come un problema solo italiano se non addirittura solo del sud.
Commoventi le parole di Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo:
"è giusto credere in un cambiamento e questo non è né stupido né inutile"
parole queste capaci di farci capire quanto la rabbia e il dolore per la scomparsa di una persona cara possano trasformarsi in impegno civile verso una società migliore.A chiedere giustizia invece Alfredo Avella, padre di Paolino Avella e rappresentante del coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti di criminalità. A chiudere la mattinata interviene don Luigi Ciotti. Le sue parole cariche di responsabilità all'impegno contro le mafie e al valore del sacrificio delle vittime delle mafie risuonano nella piazza e nella mente di ciascuno di noi:
"Tutte le vittime della violenza criminale delle mafie sono tutti morti per la democrazia, per la giustizia per la legalità e per i diritti del nostro Paese, e non ci sono morti di serie A di serie B e di serie C…
ci sia attenzione alla dignità per le vittime del dovere, del terrorismo e per tutte le vittime della criminalità in tutti i sensi." "Ci si deve impegnare 365 giorni all'anno. Questi familiari ci chiedono coerenza, credibilità e continuità. Dobbiamo essere tutti corresponsabili.
A cosa serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare.
Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte ma solo se la faremo anche noi. Siamo un popolo e non saranno i mafiosi ad avere il sopravvento. No alla legalità 'sostenibile' delle mediazioni.
Non arrendiamoci, se ci impegniamo ce la faremo.
Insieme. Insieme. Insieme."
"Alle mafia, alla camorra, al crimine dico: fermatevi, ma che vita e' la vostra? Ne vale la pena?'Vi aspettano carcere, clandestinita', tanti morti se avete beni ve li confischeremo tutti, e vi porteremo tutto via quello che avete. Fermatevi, alla fine cosa vi resta? Come giustificate il male che fate agli altri? La vostra e' una condanna a vita non può essere questa la vita. Non basta pentirsi ogni tanto, bisogna convertirsi'"
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Per chiudere la mattinata di nuovo la lettura dei nomi delle vittime innocenti. Riusciamo a riconoscere tra i volti degli ospiti sul palco Nando Dalla Chiesa e con grande emozione di tutti noi Roberto Saviano che non pensavamo partecipasse per motivi di sicurezza.
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A svegliarci dopo una notte passata comodamente nelle cuccette del treno è l'inaspettato freddo di Napoli di questo primo giorno di primavera che ci fa apprezzare maggiormente il caffè in piazza Diaz punto di partenza del corteo.Da lì ci incamminiamo sul lungomare in mezzo a giovani e giovanissimi appartenenti a gruppi scout, associazioni, scuole elementari, medie e superiori.Al primo spiazzo Tonio Dell'Olio, responsabile di Libera Internazionale, presenta gli studenti delle scuole che hanno aderito all'iniziativa. Nei dieci minuti in cui restiamo ad ascoltare ci appuntiamo per curiosità i nomi delle scuole per sapere da dove vengono questi ragazzi così giovani: Liceo scientifico di Tropea, Istituto tecnico di Capoavetere, I.T.I. Ferrarsi di Napoli, Scuola media di Pozzuoli, Istituto Carlo Levi di Scampia, Primo Circolo di Cercola – Napoli, I.T.C. Caruso di Napoli, Istituto tecnico di Polistena (RC)… così tanti dalla Campania e in solo dieci minuti!L'entusiasmo degli slogan, dei cori, degli striscioni e dei disegni fantasiosi come quello con i Simpson che manifestano per la legalità ci fa sorridere e ben sperare. Sul cartellone di una scuola dedicato a Gelsomina Verde leggiamo "Nessuno ha mai commesso un errore tanto grande quanto colui che non ha fatto niente perchè poteva fare troppo poco" (Edmund Bruke). La presenza di tante scuole è il risultato di una precisa volontà di Libera di partire dai giovani per affermare i principi della legalità e della giustizia indispensabili per garantire un futuro di sviluppo della democrazia nel nostro paese.(…continua…)
Ma ci ricorda anche di Don Peppino Diana, prete coraggio di Casal di Principe, ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994 e ricordato il giorno precedente con una manifestazione nella sua terra.
