"Shumy", no al concordato
Traffico di droga, sedici persone sotto accusa
Il no della pubblica accusa è stato irremovibile: niente concordato di pena. Inutile la proposta, avanzata in massa, dai difensori dei sedici imputati del processo "Shumy". Il sostituto procuratore generale, Nicola Gratteri (il sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria applicato appositamente per questo processo d'appello) sarebbe stato disponibile a concedere soltanto uno "sconto" marginale.
Una strada obbligata, quindi, per la nutrita pattuglia dei difensori, ricorrendo all'iter normale. La mano pesante del giudice Nicola Gratteri si è abbattuta anche a conclusione dell'udienza, a margine del completamento della requisitoria: conferma delle condanne di primo grado per tutti gli imputati. Nemmeno una virgola di "sconto". Alla sbarra, davanti ai giudici della Corte d'Appello (presidente Marcello Rombolà, a latere Giuseppe Minutoli) ci sono sedici persone, ritenute vicine ai clan della 'ndrangheta Iamonte di Melito Porto Salvo, Mollica di Africo, De Stefano di Reggio Calabria. Sedici gli imputati: Si tratta di Lorenzo Ardenghi, 35 anni, di Milano; Gaetano Ceroni, 38 anni, di Saronno; Gaetano Chirico, 33 anni, di Reggio Calabria; Carmelo Crea, 49 anni, di Montebello Jonico; Domenico Cozzucoli, 48 anni, di Montebello Jonico; Paolo Lucio De Meo, 33 anni di Reggio Calabria; Francesco Gattellaro, 47 anni, di Locri; Santo Germanò, 36 anni, di Reggio Calabria; Pasquale Mollica, 59 anni, di Africo; Pietro Mollica, 34 anni, di Africo; Giacomino Stelitano, 46 anni, di Melito Porto Salvo; Dean Spigariol, 29 anni, di Milano; Giovanni Valenza, 52 anni, di Marsala; Saverio Verduci, 43 anni, di Melito Porto Salvo; Laura Visentino, 58 anni, di Milano; Emanuele Zorzoli, 27 anni, di Milano. L'accusa è associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Per la accusa, per il pm Gratteri che ha coordinato l'inchiesta ed ha sostenuto la pubblica accusa in primo ed adesso anche in secondo grado, c'erano appartenenti alle tre cosche che condividevano lo stesso disegno criminale: narcotraffico.