'NDRANGHETA: GRASSO, ANTIMAFIA ESPLORI CONTESTO POLITICO DELITTO FORTUGNO
Il procuratore nazionale antimafia, Grasso, è intervenuto sull’omicidio Fortugno nel corso di un’audizione a Palazzo San Macuto.
ROMA. Le indagini penali hanno dei limiti, tocca alla Commissione parlamentare antimafia approfondire il contesto politico, ma anche socio-economico, in cui è maturato il delitto Fortugno. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, nel corso dell’audizione a Palazzo San Macuto, incentrata sulla Calabria, ovvero sulla ‘ndrangheta.
A giudizio di Grasso questo contesto diverso da quello penale affrontato dagli investigatori e dai magistrati che si occupano del delitto, può far sì che si arrivi ad avere chiarezza su alcuni elementi “che non sono tali da avere rilevanza penale ma che aiutano a costruire un contesto senza esporre i magistrati, come sovente avviene, alle accuse di esorbitare dal proprio campo o di strumentalizzare a fini politici la propria azione”. Il responsabile della Dna ha sottolineato come le indagini penali abbiano dei limiti “anche riconosciuti” oltre i quali non si può andare. E infatti – ha aggiunto – “è inutile rifare qui la storia d’Italia sulle stragi e sugli omicidi eccellenti rimasti senza mandanti”. Grasso ha anche rilevato che in questa specifica inchiesta relativa al delitto Fortugno “abbiamo a che fare con collaboratori di giustizia (sono due i pentiti che finora hanno parlato, ndr) che sono a livello tale da non poter neanche percepire il contesto in cui sono inseriti, figurarsi a riferirlo”. Per passare a livelli più alti nelle indagini “gli elementi sono da trovare laddove ci siano contesti da indagare”. All’obiezione della commissaria Napoli, che ha parlato quindi di magistrati quasi timorosi dei politici, Grasso ha replicato “non mi faccia dire cose che non ho detto. Non ho mai parlato di timori dei magistrati verso i politici. Occorre che da parte di certi ambienti ci sia la volontà di fare chiarezza e trasparenza, solo allora si potrà arrivare a fare luce su certi aspetti e così si possono capire i moventi ed eventualmente i mandanti”. Grasso ha ricordato che già in un recente passato nel corso delle indagini sono stati sentiti esponenti politici per cercare di cogliere elementi che dessero impulso all’inchiesta, così da arrivare a movente e mandanti. Adesso con un eventuale intervento della commissione parlamentare antimafia “si può spaziare di più sull’indagine per la parte politica e ricavarne spunti sotto il profilo penale”. Il procuratore nazionale antimafia ha aggiunto “servono prove, che vengano da dichiarazioni, documenti, testimonianze. Occorre che ci sia disponibilità”. L’obiettivo è riuscire a ricostruire la vicenda “in maniera equilibrata tra tutte le forze politiche che abbiano interesse a ricostruirla”. E per Grasso “deve essere tutta quanta la politica a farlo e a dare un contributo di conoscenza”. Il procuratore ha parlato esplicitamente di zone d’ombra che così come ci sono state per stragi e omicidi eccellenti “non escludo che ci siano nel delitto Fortugno”. Interpellato al termine dell’audizione, il presidente della commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, si è detto d’accordo con Grasso, ribadendo che la Calabria è stata sin dal primo momento una delle priorità del lavoro di questa commissione, “abbiamo individuato nella ‘ndrangheta un “cuore” di questo organismo parlamentare. C’è esigenza di pulizia morale tra le forze politiche calabresi perché si recuperi trasparenza e perché la lotta alla ‘ndrangheta sia prioritaria”. Forgione ha confermato l’imminente missione in Calabria di una delegazione della commissione.