‘Ndrangheta 2.0: non uccidere, ma delegittimare

‘Ndrangheta 2.0: non uccidere, ma delegittimare

Giulio Cavalli

Non uccidete Giulio Cavalli o poi diventa un martire. Meglio un incidente. Aspettiamo che gli tolgano la scorta e lo facciamo fuori con un incidente. O magari facciamolo trovare morto con una siringa al braccio, così viene delegittimato. Più o meno devono essere state queste le parole che si sono scambiati gli ‘ndranghetisti, secondo il racconto del pentito Luigi Bonaventura, mentre progettavano l’omicidio dell’attore antimafia, ex Consigliere regionale in Lombardia.

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«1861 – La brutale verità»

Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro

(Mahmud Darwish, poeta palestinese)

Da quando siamo nati, per l’evento del mese d’agosto abbiamo scelto di proporre una riflessione sui nostri temi, attraverso la presentazione d’un lavoro artistico, per offrire ai cittadini reggini (anche a coloro che tornano in città per l’estate) una serata piacevole e d’impegno. Anche stavolta non sarà un qualsiasi spettacolo e sarà interpretato non da chiunque. Già nelle ultime due estati ci ha aiutati Mimmo Martino, che sin dall’inizio abbiamo avuto e sentiamo vicino al nostro movimento.

Questa volta abbiamo la gioia di presentare, in prima assoluta nella nostra città «1861 – La brutale verità», che il cartellone descrive così:

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‘Ndrangheta, 65 arresti tra le cosche di Lamezia

CRIMINALITÀ

‘Ndrangheta, 65 arresti tra le cosche di Lamezia

Maxi-operazione contro i Giampà. Indagato il senatore Aiello (Pdl).

Un'auto della polizia.


Politici, imprenditori, avvocati, medici e appartenenti alla polizia penitenziaria: è una maxi-operazione contro l’ndrangheta quella realizzata nella mattinata di venerdì 26 luglio dalla polizia di Catanzaro a Lamezia Terme. In manetter sono finite 65 persone legate alle cosche della città.

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L’ex sindaco Femia condannato a dieci anni

Le ‘ndrine controllavano Marina di Gioiosa Jonica
L’ex sindaco Femia condannato a dieci anni

Concluso il processo abbreviato per l’operazione “Circolo Formato” nata da un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che aveva ipotizzato il controllo da parte della cosca Mazzaferro sull’operato dell’amministrazione comunale. Tra le condanne 9 anni anche per un ex assessore. Tra i reati contestati anche l’associazione mafiosa

di PASQUALE VIOLI

Le 'ndrine controllavano Marina di Gioiosa Jonica L'ex sindaco Femia condannato a dieci anni

L’arresto di Rocco Femia

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Delitto Fortugno, confermato l’ergastolo per Alessandro Marcianò

Delitto Fortugno, confermato l’ergastolo per Alessandro Marcianò

Il rinvio in Appello disposto dalla Cassazione non cambia il verdetto: l’ex caposala dell’ospedale di Locri sarebbe il mandante dell’omicidio

Alessandro Marcianò

REGGIO CALABRIA Per la seconda volta la Corte d’Appello di Reggio Calabria non ha avuto dubbi: Alessandro Marcianò è il mandante dell’omicidio Fortugno, da condannare all’ergastolo. Il rinvio in Appello disposto dalla Cassazione non ha salvato Marcianò, ex caposala dell’ospedale di Locri, dalla conferma della pena che aveva già rimediato in precedenza con l’accusa di aver pianificato e ordinato l’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Franco Fortugno, avvenuto il 16 ottobre 2005 a Locri al seggio delle primarie del centrosinistra.

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