Processo Congiusta. Sul banco dei testimoni Trichilo e Di Giovanni

Processo Congiusta. Sul banco dei testimoni  Giuliana Trichilo e Di Giovanni

LOCRI (RC) Detenuti grafomani e vecchie fiamme che riappaiono; nell’udienza fiume del dibattimento in Corte d’Assise a Locri per l’omicidio dell’imprenditore sidernese Gianluca Congiusta, non sono mancati i colpi di scena. E per l’ennesima volta in questo processo, a riemergere dalle pieghe di una memoria dolorosa, c’è la storia amara di una passione confinata dietro le quinte morali di una società immobile.

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Processo congiusta.Le fantasie del detenuto Di Giovanni

Le fantasie del detenuto

Di Giovanni poco credibile. Rischia di essere denunciato

“Ho amato tanto Gianluca, e lo amerò sempre”. Riprende con una testimonianza a sorpresa il processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta. Ieri in aula, davanti alla Corte d’Assise, ha risposto alle domande della difesa Giuliana Trichilo, donna non ancora quarantenne che ha dichiarato di avere avuto una relazione con Gianluca Congiusta durata ben cinque anni, dal 2001 fino al giorno in cui l’imprenditore sidernese è stato assassinato. La donna, già sposata, ma separata dal marito fin dal 1996, ha raccontato di una storia comunque non facile con Gianluca Congiusta. “Ci lasciavamo, poi ci rimettevamo insieme – ha detto ieri Giuliana Trichilo – poi non ci sentivamo per parecchi giorni. Ma io volevo bene a Gianluca, era un ragazzo speciale, per bene ed educato”. Il giovane imprenditore e la donna, stando a quanto riportato ieri in aula, si sarebbero conosciuti in estate, forse nel 2001, e dopo qualche tempo avrebbero iniziato una relazione. “Solo  dopo parecchio che avevamo una storia ho saputo che Luca fosse fidanzato”, ha detto la teste, che ha poi aggiunto: “eravamo due tipi riservati, io non parlavo molto delle mie cose e lui non parlava delle sue, non mi diceva niente, e io non volevo sapere nulla, il nostro era un rapporto di intimità”.

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Al Processo Congiusta dichiarazione spontanea di Curciarello che precisa la sua estraneità all’assassinio

 

Al Processo Congiusta dichiarazione spontanea di Curciarello che precisa la sua estraneità all’assassinio

Condanno quell’omicidio

In aula sfilano alcuni testi che hanno avuto rapporti con la vittima


“Condanno l’omicidio di Gianluca Congiusta. Io lo conoscevo. Dopo il suo assassinio, anche in paese, ho detto, con chi mi sono trovato a parlare, che qualsiasi cosa avesse potuto fare Congiusta assolutamente non meritava quello che gli è successo”.

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Processo Congiusta, in aula la sofferenza di una mamma che ha perso il figlio

Processo Congiusta, in aula la sofferenza di una mamma che ha perso il figlio

Ucciso per una lettera

Catalano: “Le donne non c’entrano”

Donatella e Gianluca Congiusta

LOCRI – Lo sguardo mai rivolto verso chi la interrogava. L’accenno di un sorriso ogni volta che ricordava suo figlio Gianluca: “a Luca volevano tutti bene, solo chi lo ha ucciso non gli voleva bene”.

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Lettera morta,si va verso la sentenza in corte d’appello di Reggio Calabria

 

Lettera morta,si va verso la sentenza in corte d’appello di Reggio Calabria

Acquisite le trascrizioni di Congiusta

REGGIO- La prossima udienza per il processo in appello “Lettera Morta” si terrà a Reggio Calabria il 16 dicembre, data in cui il Procuratore Generale Francesco Neri e gli avvocati di parte civile discuteranno la causa di fronte alla Corte d’ Appello del Tribunale di Reggio Calabria.

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Processo Congiusta-Tante conferme

La testimonianza del marito

Tante conferme e l’abisso sentimentale

Genovese all’oscuro del rapporto

di Pasquale Violi


Le dichiarazioni rese dieci giorni fa da Antonio Genovese su i suoi rapporti con Gianluca Congiusta sono state praticamente confermate ieri dalla deposizione di sua moglie Rosa Figliomeni.Confermata anche la successione degli eventi della sera del 24 maggio 2005, data in cui fu barbaramente ucciso il giovane imprenditore di Siderno: alla fine della giornata lavorativa, più o meno alle 20.30, Antonio Genovese e la moglie si incrociarono di fronte al negozio di telefonini di Gianluca Congiusta, poi, una volta a casa, i due cenarono e guardarono insieme una videocassetta, fino alle 23 circa, orario in cui il cugino di Genovese venne a dare la notizia che qualcuno aveva sparato Gianluca Congiusta.

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Proceso Congiusta- Una donna a testa alta

Al processo Congiusta emerge l’umana fragilità di Rosa Figliomeni che ammette la relazione con la vittima

“Ho sbagliato ma non mi pento”

Una donna a testa alta


di Pasquale Violi

Rosa Figliomeni si è presentata ieri con grandissima dignità di fronte alla Corte d’ Assise del tribunale di Locri, per riferire di una sua eventuale  relazione con Gianluca Congiusta. La sua era una testimonianza attesa,  essenziale per capire quanto il movente passionale, teorizzato dalla difesa  di Tommaso Costa, potesse entrare o meno nella sfera delle ipotesi di un  così efferato delitto come quello di Gianluca Congiusta.

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Processo Congiusta-I tentativi della difesa e la tesi del PM

I tentativi della difesa e la tesi del pm

Una pista alternativa tra storia boccaccesca e sangue di mafia

Di Michele Inserra

 

LOCRI – Una storia con uno sfondo boccaccesco che potrebbe rappresentare un possibile movente di un delitto. E’ così che la difesa  passa all’attacco tra domande dirette e a volte insistenti per cercare sostegno nella risposte di un teste. Ma la risposta è secca: “Escludo una relazione sentimentale tra mia moglie e la vittima”. La pista passionale quella su cui punta la difesa di Tommaso Costa, il principale imputato del processo sull’assassinio di Gianluca Congiusta viene imboccata a più riprese durante la testimonianza in aula di Antonio Genovese, il commerciante di pneumatici di Siderno.  La moglie, Rosa Figliomeni avrebbe intrattenuto una relazione con la giovane vittima.

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Processo Congiusta.In aula Antonio Genovese.Consorte assente

Locri. Congiusta, in aula Antonio Genovese. Consorte assente


“Nessuna relazione sentimentale tra mia moglie e Gianluca”

di PASQUALE VIOLI

Locri – “Maledetto il momento in cui ho deciso di andare a vedere cosa è  successo”, con queste parole Antonio Genovese risponde all’ennesima e  insistente domanda che l’avvocato di Tommaso Costa, Maria Tripodi, gli  rivolge chiedendogli perché dopo avere appreso la notizia che Gianluca
Congiusta fosse stato sparato, si sarebbe recato, insieme al cugino, sul  luogo dell’attentato.

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