“Non riuscirà il maligno a renderci infelici”

Discorso del Sindaco per i funerali di Gianluca Congiusta,

il 26 maggio 2005, Chiesa di Santa Maria dell’Arco in Siderno

“Non riuscirà il maligno a renderci infelici”

"Sappia lo scellerato individuo che ha annientato il futuro di Gianluca,

che ha distrutto una famiglia, una comunità di amici,

che ha offeso il nostro paese, che ha offeso il Cielo!

Non c’è riscatto, non c’è salvezza, per chi non rispetta la vita dell’uomo, bene

indisponibile e sacro, identità del divino!

 

 

 

 

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Obbligati a fare le valigie

Obbligati a fare

le valigie

di Antonio Baldari

"Ciao, Balda", era il suo saluto allegro quando mi incontravae, al contempo, si scioglieva in un sorriso luminoso e inuna vigorosa stretta di mano che ti avvolgeva in un cristallinoalone di gioia. Ho avuto sempre la percezione profondadi una persona autentica, cui perdonavi pure l'avertibonariamente storpiato il cognome ma lui era così, sempre,mai che fossi stato assalito dal dubbio di avere di frontequalcuno che d'improvviso ti potesse mostrare la parte

peggiore di sé…Perché Gianluca non aveva insito nella sua
natura il benché minimo germe di negatività.

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Siderno 24 05 2005

Martedì 24 maggio 2005, intorno alle ore 21.30, un giovane imprenditore sidernese,

Gianluca Congiusta veniva barbaramente ucciso in un efferato omicidio. Questo

numero sarà ampiamente dedicato alla tragedia che ha colpito la nostra comunità,

dando spazio a tutti i contributi pervenuti nei giorni scorsi in Redazione.

Articoli tratti da LA RIVIERA del 29 maggio 2005

Siderno 24 05 2005

Un fucile da caccia calibro 12 caricato a pallettoni ossia la classica“lupara”: questa la micidiale arma utilizzata da un killer ancora sconosciutoper uccidere il giovane e conosciuto imprenditore sidernese

Gianluca Congiusta, di 32 anni.

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Grati a Gianluca

 

 Grati a Gianluca

Abbiamo perso un amico. Ci è stato sottratto con un gesto che soltanto persone

barbare possono compiere.Avevamo parlato a lungo assieme alcune

ore prima che così violentemente venisse messo a morte. Perché l’amico

fraterno era anche uno, tra tanti e non dei minori, che con le sue inserzioni ha

consentito che questo giornale mantenesse senza interruzione, da ormai sette

anni, un dialogo coi lettori della Locride e della Piana.

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