“Mai più storie dimenticate, per una resistenza culturale diffusa”. Associazioni, scuole, enti locali e Regione Calabria fanno quadrato per il contrasto culturale alle mafie. Un fronte comune, che si concretizza nella realizzazione del progetto “Impronte ed ombre. Vite, storie e immagini delle vittime della ‘ndrangheta” e che ha reso quest’ultimo vincitore del bando “Giovani per il Sociale” nell’ambito del Piano Azione e Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
gianluca
‘Ndrangheta, Regione Calabria non va al processo. E perde il risarcimento
Nessun legale dell’ente, che pure si era costituito parte civile, si è presentato davanti al gup di Catanzaro nel procedimento contro presunti esponenti del clan Grande Aracri. Perso il diritto a ottenere una provvisionale, che per Libera è stata fissata in 25mila euro. L’avvocatura: “Pratica affidata a un legale esterno, se non ha provveduto ci tuteleremo nei suoi confronti”
di Lucio Musolino | 8 novembre 2016
La Regione Calabria non si presenta in aula e il giudice per le udienze preliminari Carlo Saverio Ferraro esclude l’Ente, guidato dal governatore Mario Oliverio (Pd), dal risarcimento dei danni al termine del processo “Kyterion” che nei giorni scorsi ha portato alla condanna a 30 anni di carcere per il boss Nicolino Grande Aracri giudicato colpevole dell’omicidio, avvenuto nel maggio 2004, del capo cosca rivale Antonio Dragone. Un delitto per il quale sono stati inflitti 24 anni di reclusione anche al fratello del boss, Ernesto Grande Aracri e al capo società di San Mauro Marchesato, Angelo Greco.
Roccella: Domenica la presentazione del libro “Padrini e padroni” di Gratteri e Nicaso
Domenica 6 novembre alle ore 18, all’ex Convento dei Minimi di Roccella Ionica, sarà presentato l’ultimo libro scritto da Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, noto per l’impegno in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta, e da Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali e docente universitario, dal titolo: “Padrini e padroni – Come la ‘ndrangheta è diventata classe dirigente”.
Avvocati per la ’ndrangheta: chiesti 8 e 9 anni per due fratelli salentini
di Claudio TADICINI
Nove anni per lui, otto anni per lei: sono le richieste di condanna invocate nei confronti dei due fratelli avvocati Benedetto e Lucia Stranieri, originari di Salve, rispettivamente di 53 e 38 anni.
Il nuovo prefetto Michele Di Bari: “Entrerò nella Vostra storia per respirare le Vostre speranze”
Con gioia vengo tra Voi per percorrere le strade di un territorio che ha bisogno, nella quotidianità, della forza costruttiva di tutti coloro che avvertono la legalità quale strumento di crescita e di sviluppo.
Dopo avere fatto ricorso al Tar- Denunciò i clan, avrà l’auto di scorta
Nell’ordinanza emessa dal Tar del Lazio si afferma che ‘sussistono per Mangiardi le condizioni di eccezionale gravità ed urgenza’. I giudici, inoltre, parlano di ‘gravi pericoli per l’incolumità personale’ del testimone di giustizia ‘in una zona caratterizzata, peraltro, da gravi fenomeni criminali’.
Ricordiamo che nel 2006 il ‘no’ dell’imprenditore agli inviati del clan Giampà e l’immediata denuncia alle Forze dell’ordine avevano consentito di fare luce su numerosi fatti e vicende di ’ndrangheta della città calabrese. Mangiardi aveva poi confermato le sue accuse nel corso del processo nel 2009, indicando i suoi estersori in aula.
Subito dopo gli era stata assegnata la scorta di due uomini con auto blindata, ridotta dopo alcuni mesi a due uomini con auto non blindata. Lo scorso 5 agosto gli era stata comunicata un’ulteriore riduzione. Per il Viminale ha infatti diritto solo a un uomo di scorta ma, come si leggeva nella comunicazione, ‘la misura sarà attuata mediante l’utilizzo di un’autovettura di proprietà dell’interessato’. Ovviamente non blindata. E visto che Rocco non guida, toccherà all’unico poliziotto farlo, con evidenti problemi in caso dovesse intervenire. E questo mentre sono in corso alcuni processi in cui è testimone e a Lamezia sono riprese le violenze.
Ma lui, quando lo avevano intervistato lo scorso 8 agosto, non aveva fatto alcun passo indietro. «Malgrado quello che mi sta succedendo non cambio idea – ci aveva detto con un sorriso –. Anche se mi lasciano senza tutela. Piuttosto è una questione di principio. Lo Stato non può pretendere che per tutelarmi io gli compri la macchina». Per questo aveva fatto ricorso al Tar che per ora, con un decreto di sospensiva cautelare, gli ha dato ragione. I giudici entreranno poi nel merito ma già ora sembrano invitare il Viminale a rivedere la decisione. Rocco è per ora soddisfatto, ma anche dispiaciuto. «Ho dovuto presentare ricorso contro lo Stato. Proprio io che ho sempre creduto nelle istituzioni. Purtroppo ho dovuto farlo, ma confermo la mia fiducia».
fonte: Avvenire
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“Così i migranti hanno salvato il borgo destinato a scomparire”
Nella Locride l’integrazione ha rilanciato l’economia locale, tra borghi ristrutturati, nuovi nati e la moneta complementare con Marx, Che Guevara e le vittime di mafia
nadia ferrigo
inviata a gioiosa jonica
L’ultima nata a Camini, poco più di duecento anime abbarbicate nella Locride a mezz’ora di curve, erba bruciata e fichi d’india dalla statale, si chiama Giusy. Nomignolo assai comune al Sud, molto meno in Nigeria. Mamma e papà sono tra i centoventi migranti che in Calabria hanno trovato una nuova vita, il nome invece è un ringraziamento a Rosario Zurzolo e Giusy Carnà, marito e moglie a capo del progetto di accoglienza diffusa capace di ripopolare un borgo altrimenti destinato a scomparire.
Sprar Gioiosa: una banconota con l’immagine di Gianluca Congiusta
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RIACEINFESTIVAL-DOMENICA LA CHIUSURA DEL FESTIVAL CON ROBERTO VECCHIONI
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