Omicidio Congiusta- I timori dei coniugi costa per la vendetta di Tommaso

Depositata in Appello la sentenza in cui emergerebbero le paure di Annunziata Di Consola, moglie del pentito Giuseppe che il 20 luglio dovrà testimoniare in aula. Ecco i testi dei dialoghi intercettati.

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Nella foto sopra Tommaso e Giuseppe Costa

Di Angela Panzera

Annunziata Di Cosola ha paura. Lei, moglie dell’ex boss di Siderno Giuseppe Costa, ora collaboratore di giustizia, teme che il cognato Tommaso possa essere capace di fare qualsiasi cosa e teme soprattutto per la vita di sua figlia Lucia.

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Sette arresti per concussione e estorsione elettorale Tra gli indagati l’ex assessore regionale Trematerra

CATANZARO, 07 LUGLIO 2015 – Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto ed il sostituto Pier Paolo Bruni, titolari dell’inchiesta “Acheruntia” sfociata stamani nell’emissione di 7 ordinanze di custodia cautelare, avevano chiesto l’arresto di Michele Trematerra, ex assessore all’Agricoltura della Regione Calabria indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, ma il Gip non lo ha concesso.

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Rimborsopoli Calabria, i Vescovi: “scandalo che mina la fiducia della gente”

Rimborsi Calabria, Vescovi: “scandalo mina la fiducia della gente”

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“Forte preoccupazione per le condizioni in cui versano non poche realta’ politico-istituzionali calabresi soprattutto a causa del perpetrarsi di scandali che minano la fiducia della gente in particolare – ferita questa assai profonda dei giovani – alimentando in essi un comprensibile distacco della politica stessa, vissuta come scelta etica” e’ stata espressa dalla Conferenza Episcopale Calabra a conclusione della riunione in Sessione Straordinaria che si e’ svolta al Santuario di Laurignano, a Dipignano, per l’approvazione del documento “Per una nuova evangelizzazione della pieta’ popolare.

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«Il pentito Costa non raccontò tutta la verità»

Al processo Congiusta il collaboratore Curato conferma la confidenza del boss

Il teste della Polizia: «Assegni della vittima regolari, scartata la pista dell’usura»

giuseppe e tommaso costa (2) - Copia

Giuseppe e Tommaso Costa

Di Pasquale Violi

REGGIO CALABRIA – «Giuseppe Costa mi confidò di non avere riferito in aula di un omicidio commesso dal fratello Tommaso». Conferma tutto il pentito Vincenzo Curato e lo fa nell’udienza reggina del processo d’appello bis per l’omicidio dell’imprenditore di Siderno Gianluca Congiusta. Il collaboratore di giustizia, rispondendo alle domande dell’accusa e della difesa, ha ribadito quanto già verbalizzato diversi mesi fa davanti ai magistrati della Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ovvero che il boss Giuseppe Costa, anch’egli pentito, gli avrebbe confidato di non avere raccontato tutta la verità durante l’udienza di un processo a Locri in cui era collegato in videoconferenza.

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Processo Congiusta-VINCENZ ‘U CASSANISI punta l’indice contro il boss

“Lui mi disse che non poteva tradire la sua famiglia e che, pur sapendo che il fratello era responsabile dell’omicidio,disse di non sapere nulla…”

di Angela Panzera

Vincenzo Curato pentito

Vincenzo Curato, alias “Vincienz ‘u Cassanisi, pregiudicato di Cassano allo Jonio, ha collaborato con diverse Procure e fra queste anche con la Dda reggina. Nel verbale steso il 18 marzo scorso con il pm Antonio De Bernardo, e depositato dall’accusa nel giugno 2014 nel maxiprocesso “Bene Comune-Recupero, ha riferito che il boss Giuseppe Costa, fratello di Tommaso, si è pentito «per togliersi dei sassolini dalla scarpe » contro i Commisso, ma anche che avrebbe omesso volutamente di inchiodare il fratello Tommaso in relazione alle responsabilità per un omicidio avvenuto nella Locride.

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